Quel che sapeva Maisie

Testo: Henry James (1843 - 1916); traduzione: Ugo Tessitore; regia: Luca Ronconi; sene: Margherita Palli; costumi: Elisabetta Beraldo; Musiche a cura di Paolo Temi; luci: Gerardo Modica; interpreti: Mariangela Melato, Paola Bigatto, Giorgia Senesi, Emanuele Vezzoli, Galatea Ranzi, Dina Zanoni, Annamaria Guarnieri, Gabriel Garko, Michele Nani, Elisabetta Femiano, Danilo Nigrelli, Myriam Acevedo, Fiorello Falciani.

Harry James, il più inglese degli scrittori americani, ci ha lasciato uno dei più precisi panorami delle classi ricche di queste due società. Un quadro denso di precise notazioni psicologiche, per questo non è un caso se, dai suoi libri, sono stati tratti molti film ad iniziare da quelli, raffinatissimi, firmati da James Ivory: "The Europeans" (1979), "I bostoniani" (1984), The Golden Bowl (2000). Luca Ronconi si è rivolto ad uno fra i romanzi meno citati e più originali di questo scrittore, "Quel che sapeva Maisie" pubblicato nel 1897, per uno spettacolo il cui punto di forza è l'interpretazione di Mariangela Melato. E' lei la bambina, con fisico ed età di donna, che ricorda un particolare momento della sua infanzia: quando, fra i sei e i nove anni, fu oggetto di contesa fra i genitori che stavano divorziando ed assistette all'intreccio d'amori e amanti fra i due. La scena, apparentemente semplice, usa con sapienza pochi oggetti e usa i drappeggi di vari sipari per simulare chiusure e aperture d'obiettivo, così come avveniva nei passaggi di sequenza del cinema muto. E' una prospettiva che fa leva sulla memoria della piccola, non negando distorsioni e i vuoti. Ne nasce uno spettacolo bello, ma piuttosto freddo la cui lunghezza, poco meno di quattro ore, accentua il rimpianto per la mancanza di connotati di quell'universo che scorgiamo con gli occhi della piccola, ma di cui emerge ben poco.

 
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