Quali fantasmi
Testi: Eduardo De Filippo; regia di Alfonso Santagata; scene: Daniele Spisa; luci: Maurizio Viani; interpreti: Alfonso Santagata, Augusto Masiello, Chiara Di Stefano, Rossana Gay, Johnny Lodi, Massimiliano Poli. |
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Alfonso Santagata, uno degli autori – attori di maggior spessore del teatro contemporaneo, ha messo assieme tre atti unici d’Eduardo De Filippo per uno spettacolo, Quali fantasmi, di grande qualità. S’inizia con un anziano moribondo che angaria quanti gli stanno intorno sino a svelare malignamente al suo migliore amico di aver avuto una relazione con sua moglie (Amicizia, 1952). Si prosegue con il proprietario di un appartamento che affitta un paio di stanze ad uno squattrinato professore e ad una ragazza disposta a concedere i suoi favori in cambio di concessioni economiche (Gennareniello, 1932). Si chiude con un brano più lungo e articolato degli altri (Il cilindro, 1965) in cui un gruppetto di piccoli truffatori attira ingenui clienti con il miraggio di qualche ora d’amore con una maliarda per poi derubarli, salvo litigare ferocemente per la spartizione del misero bottino. Ci sono molte eco di grandi testi eduardiani (Filumena Maturano, Natale in casa Cuppiello e altri) in uno spettacolo che recupera, all’interno di un vasto progetto di riflessione sull’opera de grande autore napoletano, l’essenza stessa del suo teatro. Vi dominano quel misto d’ironia e melanconia, gioia e senso della morte, grandezza e cialtroneria, speranza e disperazione che costituiscono il cuore profondo dell’opera d’Eduardo. Regista e attori riescono a mettere assieme quest’ampio ventaglio di sentimenti e lo fanno con grande abilità, essenzialità di stile e di scene, consumata bravura espressiva. |
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Valutazione: 1 2 3 4 5 |