Test di di Sandro Veronesi dedotto dall'omonimo film di Danis Tanovic; regia Massimo Luconi; scene Mariangela Capuano; costumi: Paola Marchesin: musiche originali: Mirio Cosottini; luci Roberto Innocenti; interpreti: Marco Ballini, Giuseppe Battiston, Andrea Collavino, Roberto Rustioni, Fernando Maraghini, Igor Horvat, Lucka Pockaj, Ivan D'Alì.
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Sandro Veronesi ha dedotto No Man’s Land dall’omonimo film di Danis Tanovic, vincitore dell’Oscar 2002 quale migliore opera in lingua non inglese. Vi si racconta la tragedia di quattro nemici, due soldati bosniaci e due serbi, che si trovano ristretti in una drammatica situazione: sotto ad uno di loro è stata collocata una mina antiuomo che esploderà se il malcapitato dovesse alzarsi. La situazione è complicata dall’intrusione di una troppe televisiva guidata da una giornalista disposta a tutto pur di firmare uno scoop e da un gruppo di caschi blu dell’ONU, il comandante dei quali teme solo di finire nei guai con i media. Finale tragico con la morte dei militari ex- jugoslavi. Il testo teatrale segue con la massima fedeltà il copione del film, mentre il regista Massimo Luconi non fa sfoggio di gran fantasia nel disegnare personaggi e ambiente, uno spazio angusto contornato da rovine. L’elemento meno convincente nasce dall’interpretazione, affidata quasi per intero ad attori italiani che ricalcano i gesti degli interpreti originali con fredda meccanicità. In questo modo lo spettacolo si raggela, perdendo ancor più nerbo e forza metaforica. Un taglio più astratto, meno realisticamente legato a quella guerra avrebbe consentito quel balzo in avanti rispetto al film che, invece, non c’è stato.
