Lo straniero

Testo di Robert Azencott dalla traduzione di Enzo Siciliano dell'omonimo romanzo di Marcel Camus, regia Franco Però, musiche Antonio Di Polfi, scene e costumi Andrea Viotti, luci Claudio Coloretti, con Valerio Binasco, Roberto abbati, Simona Volpe, Gian Paolo Poddighe.

Albert Camus pubblicò "Lo straniero" nel 1941 e il romanzo divenne subito oggetto di culto da parte di quella generazione che si sarebbe ritrovata nella filosofia esistenzialista, teorizzata da Jean-Paul Sartre. La storia è quella dell'impiegato Mersault che, in una Orano accecata dal sole, uccide senza motivo un arabo, subisce una condanna a morte e sale al patibolo sperando che ci sia una grande folla ad assistere all'esecuzione, per alleviare, almeno per un istante, la solitudine che lo opprime. Non era facile ridurre per il teatro un libro fatto più di atmosfere che di eventi, di personaggi - simbolo che non di figure reali. Robert Azencott ci è riuscito bene, lavorando sulla traduzione di Enzo Siciliano. Un testo cui Franco Però ha applicato un regia semplice, che sfrutta pochi arredi scenici: la scrivania del giudice, un cerchio di sabbia a simboleggiare la spiaggia, alcune seggiole. Lo spettacolo è rapido - meno di un'ora e dieci -, concentra il dramma nell'inchiesta dopo l'omicidio e si avvale di un gruppo di attori davvero eccezionali: Valerio Binasco, Roberto Abbati, Simona Volpe, Gian Paolo Poddighe.

 

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