Le Baccanti

Testo: Euripide (485/4ca. - 406 a.C.); traduzione: Giorgio Ieranō; regia: Tonino Conte, scenografia: Andrea Corbetta; costumi: Guido Fiorato; statue di spettatori - personaggi muti: Daničle Sulewic; interpreti: Consuelo bacillari, Alberto Bergamini, Enrico Campanati, Pietro Fabbri, Lisa Galantini, Susanna Gozzetti, Simona Guarino, Aldo Ottobrino, Carla Peirollero, Mariella Speranza, Raffaella Tagliabue, Carmelo Vassallo.
Iniziamo dai pregi. Tonino Conte, nel portare sulla scena la tragedia di Euripide", centra subito due obiettivi. Il primo č l'utilizzo totale dello spazio - atrio, scale, palcoscenico, intera sala - il secondo la proposta di usare l'ambiguitā come una delle chiavi di lettura del testo. Purtroppo si ferma a questo punto e non sviluppa nessuna delle intuizioni da cui č partito. L'utilizzo dello spazio si limita a far sedere gli attori in platea nella attesa del pubblico, ad alcune statue e ad un albero insanguinato a simboleggiare lo strazio di Penteo, il re di Tebe che aveva osato sfidare Dioniso negandone l'origine divina. Installazioni belle, ma non geniali, tranne nel caso del Labirinto sonoro in cui Lele Luzzati sfodera tutta la sua innocente magia, per raccontarci la storia di Minasse, il Minotauro, Teseo e Arianna. L'ambiguitā, poi, finisce per avvitarsi su se stessa, rinchiusa in una serie di simboli di doppiezza sessuale: Lisa Galantini che impersona Dioniso a seno scoperto, ma con attributi maschili ben in vista, Susanna Gozetti che da voce al vecchio re Cadmo, Enrico Campanati che fa vivere Agave la madre inconsapevole omicida del figlio. Il resto - lo scontro fra uomini e Dei, la vendetta impietosa degli esseri supremi, la rivolta dei giovani contro le certezze dei padri - č solo accennato o, nei casi migliori, affidato a sprazzi inventivi senza seguito. Uno spettacolo di grande professionalitā e amore per il teatro, ma che lascia molte domande in sospeso.

 

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