La tempesta
Testo: William Shakespeare (1564 - 1616); regia: Antonio Latella; scene e costumi: Emanuela Pischedda; luci: Giorgio Cervesi Ripa; musiche originali: Chara Cipolli; Interpreti: Annamaria Guarnieri, Danilo Nigrelli; Fabio Pasquini, Silvia Ajelli, Matteo Caccia, Alessandro Quattro, Nicola Stravalaci. |
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La tempesta (1611) è uno dei testi di William Shakespeare più ricchi di richiami al fantastico e alla magia. Vi si racconta di Prospero, duca di Milano, che, dopo essere stato spodestato dal fratello, naufraga su un’isola popolata da spiriti e governata da Calibrano, figlio di una strega. Dodici anni dopo ha modo di vendicarsi facendo naufragare l’usurpatore e il Re di Napoli che finiscono su quella stessa isola, ove, nel frattempo, ha assunto il potere e asservito alcuni spiriti. Finale con riconciliazione generale e pentimento dei malvagi. Di tutto questo non c’è quasi nulla, se non nel racconto orale, nello spettacolo che ne ha tratto Antonio Latella, al teatro della Corte sino a domenica prossima. La scelta del regista è quella di trasformare il copione in una sorta di lungo monologo guidato da un’Annamaria Guarnieri che interpreta il ruolo del protagonista muovendosi in una stanza piena di grandi giocattoli e su un palcoscenico strutturato come un grande bersaglio del gioco delle freccette. I personaggi, ridotti di numero, obbediscono ai suoi ordini e diventano le pedine di un gioco d’autocoscienza che passa dal trionfo della fantasia all’accettazione del reale. Non tutto è chiaro quanto sarebbe necessario e le ridondanze, recitative e tematiche, non mancano. E’ un gioco teatrale tutto interno alla logica di palcoscenico e ben poco condiviso con gli spettatori il cui sentire appare quasi un fastidioso accessorio cui la regia dedica pochissima attenzione. |
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Valutazione: 1 2 3 4 5 |