La scuola delle mogli

Testo Jean Baptiste Poquelin detto Molière (1622 - 1673); traduzione: Giovanni Raboni; regia: Jacques Lassalle; scene e costumi: Guido Fiorato; luci: Domenico Maggiotti; interpreti: Giulio Bosetti; Sandra Franzo; Giorgio Bertan, Nino Bignamini; Elena Ferrari; Emiliano Iovine; Franco Passatore; Umberto Tabarelli.

  URL: http://www.comune.vigevano.pv.it/culturali/cagnoni/scuola_mogli.html

Molière, scrisse La scuola delle mogli nel 1662. Il testo suscitò polemiche e accuse di volgarità, tanto che l’autore lo fece seguire, l’anno dopo, da La critica de La Scuola delle mogli in cui quelle obiezioni erano rintuzzate sulla scena stessa. La cosa esasperò ancor più gli animi e il teatrante fu aggredito sulla pubblica via dal Duca d’Armagnac. La storia è quella di Arnolfo, anziano possidente, ossessionato dalla paura di essere cornificato. Per scampare a quest’ipotetica vergogna ha escogitato un crudele marchingegno: comprata una bimba da una contadina povera l’ha fatta educare in un convento, imponendo alle suore di lasciarla nella più crassa ignoranza. S’illude, in questa maniera, di poter plasmare a suo piacimento l’animo della ragazza. Mal gliene incoglie, la ragazza s’innamora di un giovane, rifiuta il matrimonio con il gretto protettore e, per giunta, si rivela figlia naturale di un ricco commerciante. Jacques Lassalle, regista, e Giulio Bosetti, attore, propongono una versione del testo che spinge il pedale sul dramma, azzera quasi del tutto i toni comici e trasforma la satira nel quadro dolente di un vecchio in lotta con i giovani e, di conseguenza, con lo scorrere degli anni. Questo Arnolfo è un reazionario arrogante e ottuso, ma è anche un grande eroe negativo, laddove in altre edizioni era poco più di un clown. E' uno spettacolo di tradizionale e solida professionalità, spiazzante nell’impostazione e meno originale di quanto pretenderebbe essere.

 
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