La coscienza di Zeno

Testo: Italo Svevo; riduzione: Tullio Kezich; regia: Piero Maccarinelli; scene: Bruno Buonincontri; costumi: Annalisa Di Piero; musiche: Paolo Terni; interpreti: Massimo Dapporto, Virgilio Zernit, Silvana De Santis, Paolo Summariva, Alessandro Lombardo, Laura Mazzi, Monica Barbato, Federica Di Martino, Vanessa Scalera, David Sebasti, Arianna Ninchi.

URL: http://www.ictp.trieste.it/~lucatell/rotondo/zeno.shtml

La versione teatrale che Tullio Kezich ha derivato dal romanzo La coscienza di Zeno d’Italo Svevo, è diventata un piccolo classico. Riportata più volte sul palcoscenico, per le regie di Luigi Squarzina (1964), Franco Giraldi (1978), Egisto Martucci (1988), Marco Sciaccaluga, ha avuto anche un paio d’edizioni televisive curate da Daniele D’Anza (1966) e Sandro Bolchi (1988). Arriva ora, l’edizione curata da Piero Maccarinelli con Massimo Dapporto. Il dato più evidente dello spettacolo è il taglio comico, a tratti farsesco, che la regia ha impresso ad un testo spesso letto in modo serioso. E' la confessione che Zeno Cosini fa al proprio psichiatra, in forma di lungo memoriale che percorre un’intera vita e vista attraverso gli occhi di un uomo comune che, quasi suo malgrado, riesce a districarsi al meglio dalle trappole della vita. Sposa per dispetto la sorella della ragazza che vorrebbe e la donna si rivela un’ottima moglie, cura gli affari del farfallone che ha impalmato la fanciulla dei suoi sogni e, quando questi si uccide per debiti, ne salva parzialmente il patrimonio, si fa una giovane amante e questa lo libera dall’impiccio proprio nel momento più opportuno. Interprete e regista danno il meglio nel metter in luce il lato comico, il pubblico si diverte e lo spettacolo fila liscio come l’olio. Certo, si lascia per strada un bel po' della complessità e profondità che rendono affascinante il libro, ma il teatro è anche divertimento. Intelligente divertimento, come in questo caso.

 
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