L'avaro

Testo Jean-Batiste Poquelin, detto Molière, (1622 - 1673); traduzione: Luigi Lunari; regia e scene: Jèrôme Savary; costumi: Michel Dussaraut; musiche: Gerard Daguerre; interpreti: Alessandro Haber, Carlos Pavidis, Roberto Salemi, Ada Totaro, Vincenzo Ferrera, Vito Facciolla, Fulvio Falzarano, Simona Marchini, Daniela Zanchini, Marcello Romolo, Giorgio Li Bassi, Patrizia D'Antona.

Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière, scrisse "L'avaro" nel 1668 traendo ispirazione da una commedia del latino Plauto: Aulularia. Al centro del copione la figura di Harpagon, un tirchio sino alla nevrosi che l'autore e interprete francese plasmò su se stesso, ad iniziare dalla tosse convulsa, segno più evidente della tubercolosi che lo porterà a morire, cinque anni dopo, poche ore dopo essere crollato sul palcoscenico, nel bel mezzo della quarta replica de "Il malato immaginario". Il franco Argentino Jèrôme Savary propone una lettura di questo testo costruita attorno all'accentuazione dei toni farseschi, sino a sconfinare nello spettacolo circense. Colori brillanti, mescolanza d'oggetti d'epoca ed accessori moderni, sberleffi, capriole, cambi di scena a vista, cenni ironico - televisivi, gag sessuali, tutto confluisce in un amalgama piacevolmente irrispettosa. Alessandro Haber e Simona Marchini stanno al gioco con bravura e spirito, contribuendo non poco alla riuscita di uno spettacolo collocabile fra i più divertenti della stagione.

 
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