L'alchimista

Testo: Ben Jonson (1572 - 1637); traduzione Giovanna Zucconi; adattamento Michele Serra; regia Jurij Ferrini; scena e costumi: Valeria Manari; luci: Sandro Sussi; interpreto: Jurij Ferrini; Eros Pagni, Frédérique Loliée, Aldo Ottobrino, Marco Zanutto, Federico Vanni, Antonio Zavatteri, Silvio Laviano, Mimmo Mignemi, Andrea Nicolini, Sarah Biacchi, Marco Sciaccaluga, Massimo Cagnina, Fabrizio Montalto, Diego Paoli, Alex Sassatelli, Maurizio Taverna. 

URL: http://www.teatro-di-genova.it/produzioni/

Jurij Ferrini ama dirigere classici rinnovati nella messa in scena o nel testo. Lo ha fatto con La mandragola di Nicolò Macchiavelli e con Schweyk nella seconda guerra mondiale di Bertolt Brecht. Muove sullo stesso terreno L’alchimista di Ben Jonson, un autore inglese, a cavallo fa cinquecento e seicento, che patì la prigione per ragioni di censura politica e, cosa assai più grave, per aver ucciso un attore. Tre truffatori, capeggiati da un supposto mago che si dice capace di creare la mitica pietra filosofale, imbrogliano alcuni facoltosi cittadini, attratti nella casa di un ricco signore andato via da Londra per sfuggire alla peste. Uno di loro, poi, ingannerà gli altri due a beneficio del padrone di casa che, alla fine, sarà il solo ad avvantaggiarsi della dabbenaggine degli imbrogliati. La traduzione di Giovanna Zucconi, intelligentemente moderna, è stata rinforzata dall’adattamento di Michele Serra, che spinge in direzione di un parallelo fra truffatori e imbonitori televisivi, con le scene principali introdotte dalla musica che apre il programma Porta a Porta. E’ una scelta forte che trova un guizzo nella seconda parte, con l’entrata in scena di Marco Sciaccaluga nelle vesti del padrone di casa. La prima parte, invece, soffre qualche rallentamento e momenti di ripetitività. Nel complesso uno spettacolo d’ottimo livello a cui Eros Pagni, nei panni del truffatore capo, offre una prestazione di consueta bravura. 

 
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