Jacques il fatalista
Testo: Denis Diderot (1713 - 1784); adattamento; Paolo Poli, Ida Omboni; regia: Paolo Poli; scene: Emanuele Luzzati; Costumi: Santuzza Calì; musiche: Jacqueline Perrotin; interpreti: Paolo Poli, Armando Benetti, Alessio Bordoni, Paolo Calci, Alfonso De Filippis, Orazio Donati, William Pagano, Rosario Spadola. |
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Paolo Poli prosegue sulla strada della messa in scena irriverente di grandi testi letterari, presentati come serie di siparietti d’avanspettacolo inseriti in quinte coloratissime disegnate da Lele Luzzati. Dopo Swift, Savinio, Apuleio è ora la volta di “Giacomo il fatalista”, scritto da Denis Diderot nel 1773. Un testo qui impastato con i ricordi d’altri grandi classici, alcuni dei quali l’attore e regista ha già affrontato. Un nobiluomo e il suo servo compiono un lungo viaggio, denso d’avventure, raccontandosi, nei momenti di noia, i rispettivi amori, discutendo di filosofia, guardando con ironia e distacco alle cose del mondo. Lo spettacolo interrompe una linea di morbida caduta nella maniera che serpeggiava nelle tappe precedenti e consegna una proposta divertente e piacevole, ricca di trovate originali. L’occhio e l’orecchio sono attenti al passato, ma non perdono occasione per cogliere le analogie con il presente. Questo andirivieni nel tempo insaporisce scena e battute. Paolo Poli è semplicemente straordinario, a settanta anni suonati piroetta e tiene il palcoscenico per due ore senza sforzo apparente. Si muove in mezzo ai suoi boys, spesso in abiti muliebri come da tradizione, senza perdere un attacco. Una bella occasione per incontrare un teatro intelligentemente divertente. |
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Valutazione: 1 2 3 4 5 |