Testo: Bertolt Brecht (1898 – 1956); versione italiana Edoardo Sanguineti; regia: Benno Besson; scene, costumi e maschere: Ezio Toffolutti; musica: Paul Dassau; luci: Fusto Perri; interpreti: Lello Arena, Marco Avogadro, Giovanni Calò, Bino Costa, Piergiorgio Fasolo, Daniele Giordano, Nunzia Greco, Adriano Iurissevich, Alessandro Maggi, Manuele Massimi, Giuliana Natale, Orietta Notari, Angelo Palladino, Lena Sebasti, Roberto Serpi, Paolo Serra, Mariangeles Torres, Lia Zinno,.
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Il cerchio di gesso del Caucaso è fra le opere forti del teatro di Bertolt Brecht, uno di quei testi in cui il valore poetico fa premio sull’urgenza della presa di posizione politica. Il testo fu scritto durante l’esilio americano, fra il 1943 e il 1944, partendo da una leggenda cinese trascritta da Li-Hing Tao nel XIII secolo, rivista alla luce del famoso “Giudizio di Salomone” riportato Il libro dei Re dell'Antico Testamento. La storia è quella del bimbo conteso fra la vedova di un governatore georgiano, che ne ha bisogno per ereditare i beni del marito, e una serva che ha salvato il piccolo durante una rivolta e lo ha allevato con amore. Benno Besson, grande regista brechtiano, propone uno spettacolo bello e coinvolgente in cui ritroviamo, raffinati e potenziati, i migliori segni stilistici di questo teatrante. Su un palcoscenico quasi vuoto, in cui compaiono scene mosse da attori mascherati da alberi, soldati, inservienti, gli interpreti si muovono con i volti coperti da maschere, mentre piccoli cori di tre voci svolgono la funzione delle mitiche didascalie, obbligatorie in questo tipo di teatro. Il meccanismo fila liscio come l’olio e le due ore e passa dello spettacolo scorrono senza una sola caduta di tensione. Assistiamo al piccolo miracolo di coniugare lo straneamento, caro al drammaturgo d’Augusta, con una forte emozione. La testa mantiene le sue ragioni e lo fa senza inibire quelle del cuore. Una grande occasione di teatro.
