Georges Dandin o Il marito confuso

Testo: Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière (1622 - 1673); adattamento e regia: Luca De Fusco; scene: Antonio Fiorentino; costumi: Giuseppe Crisolini Malatesta; musiche: Antonio Di Pofi; interpreti: Lello Arena,  Gaia Aprea, Piergiorgio Fasolo, Nunzia Greco, Giovanni Calò, Loredana Marino, Francesco Guzzo, Cosimo Coltrano.

URL: http://www.apriteilsipario.it/archivio/panoramica03-04/schede/sch148.htm

Le opere di Jean-Baptiste Poquelin, conosciuto con il nome d’arte di Molière, sono uno fra i più acuti ritratti di quel particolare periodo storico che, alla fine del settecento, sfocerà nella rivoluzione francese. Due classi, con i loro valori e visioni del mondo, si confrontano: l’aristocrazia per diritto divino e la borghesia forte della sua operosità. Testi come Il borghese gentiluomo e Georges Dandin colgono appieno questo conflitto. Luca De Fusco propone una versione di Georges Dandin che scarta questa lettura in favore di uno sguardo che punta alla psicologia. In questa chiave l’intera vicenda si trasforma nell’incubo notturno del protagonista. E’ un approccio che guadagna spessore in termini di visione generale dei rapporti uomo – donna, ma perde valenza sociale. In questa prospettiva la vicenda del villano arricchito, che s’imparenta con una squattrinata famiglia della piccola nobiltà di provincia, accettando di essere tiranneggiato da una giovane moglie che lo cornifica e bastona, diventa il simbolo di una relazione venata di masochismo. E’ un rapporto che non ha ben poco a vedere con il momento storico in cui s’inserisce. Una proposta originale e spiazzante, basata su un impianto scenico funzionale e sorretta da una recitazione forse troppo stilizzata. Intelligente ma ambiguo.

 
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