Filumena Marturano è uno dei classici del teatro italiano. Un testo che sopravvive senza crepe a ben cinquantaquattro anni dalla prima rappresentazione. Scritto e interpretato da Eduardo De Filippo è opera soprattutto al femminile, sorta di prova del fuoco per grandi attrici. La prima Filumena fu Titina, sorella d'Eduardo, poi vennero Regina Bianchi, Sophia Loren - al cinema - e molte altre. E' ora la vola di Isa Danieli che, diretta da Cristina Pezzoli, ne da una versione sanguigna, forte, pena di napoletanità intesa nel migliore dei sensi. La storia è quella dell'ex - prostituta che vive per venticinque anni con un industrialotto napoletano, facendogli da moglie, governante, segretaria, mentre lui corre la cavallina in mezza Europa. Il possidente, oramai maturo, decise di sposare una ventiduenne Filumena si finge moribonda, per frasi sposare e risorge dopo il matrimonio suscitando le ire del forzato coniuge. Gran litigata e rivelazione di tre figli nascosti e fatti crescere con i denari sottratti al "bon vivent". Nuovo colpo di scena e scoperta che uno dei ragazzi è figlio del ricco borghese, ma ferrea ostinazione a non dire qual è. I figli sono figli: tutti o nessuno. La struttura del testo è a grandi monologhi, sostanzialmente uno per atto, con il secondo - quello in cui Filumena racconta com'è diventata prostituta per sfuggire alla miseria del basso - che commuove ancor oggi. Antonio Casagrande è il ricco e, qui più che mai, funziona da spalla ad un'Isa Danieli intensa, perfetta, grandissima. La scenografia è molto moderna ed elaborata con movimenti di quinte a mutare un portone in stanza da letto, studio, terrazza sul mare.