Delirio di un povero vecchio

Testo, regia e interpretazione di Paolo Villaggio.

Paolo Villaggio ritorna alla sua giovinezza genovese, agli anni della guerra, al ricordo del padre, alla famiglia medioborghese, ai primi amori scolastici, all'amicizia con Fabrizio De Andrè. Lo fa ricorrendo ad episodi e storie già raccolte nei suoi libri e utilizzando quello stile ruvido che gli è tipico. Ne nasce uno spettacolo interessante e con qualche folgorazione, ma appannato da un'aria di cose già note e da una messa in scena gettata via con noncuranza. Non si capisce, ad esempio, la ragione dell'inserimento di due sequenze tratte dalla sagra fantozziana, peraltro presentate in una versione video sgranata, sfuocata, di pessima qualità. Allo stesso modo manca quasi del tutto quella vena di feroce analisi della vecchiaia e delle sue cattiverie che fa di quest'attore - autore, uno degli scrittori più interessanti - anche se discontinui - del nostro tempo. In definitiva uno spettacolo riuscito solo a metà che, sconcerta più che emozionare, come hanno dimostrato i pochi, freddi applausi che hanno segnato la sera della prima.

 

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