Copenaghen

Testo: Michael Frayn (1933); traduzione: Filippo Ottoni,  Maria Teresa Petruzzi; regia Mauro Avogadro; scene: Giacomo Adriatico, costumi: Gabriele Mayer; luci: Giancarlo Salvatori; musiche: Andrea Liberovici; interpreti: Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice.

URL: http://www.drammaturgia.it/giornale/spettacoli/teatro/teatro_articoli/0603_copenaghen_avogadro.htm

1941 la Danimarca e molti paesi europei sono sotto dominio nazista, le armate hitleriane sono in marcia, apparentemente senza ostacoli, verso Mosca. A Copenaghen c’è uno strano incontro su cui gli storici faranno ipotesi su ipotesi senza arrivare ad una certezza. Werner Heisenberg, premio Nobel per la fisica del 1932 e maggiore responsabile del programma tedesco per la ricerca della bomba atomica, incontra il suo maestro, lo scienziato mezzo ebreo Niels Bohnr, premio Nobel, sempre per la fisica, del 1922. L’anno seguente l’anziano scienziato riuscirà a fuggire dal paese, scappando su un battello da pesca verso la Svezia per poi approdare negli Stati Uniti dove sarà uno dei padri dell’atomica che, nel 1945, ucciderà 100.000 giapponesi a Hiroshima e Nagasachi. Michael Frayn, uno dei maggiori drammaturghi inglesi, dedica a questo incontro un testo a tre personaggi, con i due scienziati affiancati dalla moglie di Bohr. Il drammaturgo immagina che i tre s’incontrino dopo morti e sondino le possibili ragioni della visita del tedesco e ripercorrendo gran parte del sodalizio fra i due scienziati. La prima ipotesi è che Werner Heisenberg sia andato a trovare Niels Bohnr con la speranza di coinvolgerlo nella ricerca della bomba per i nazisti, la seconda è che si sia trattato di una semplice rimpatriata affettiva in cui l’allievo tentava di scaricare pesanti sensi di colpa, la terza è che il giovane scienziato abbia cercato di carpire qualche segreto scientifico al maestro per fare carriera. Tutte queste possibilità s’intrecciano in un dialogo serrato denso di questioni morali, regioni politiche, orrore per il massacro ed orgoglio per le scoperte. Copenaghen è un bel testo, recitato magnificamente e di grande spessore morale.

 
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