Ti do i miei occhi (Te doy mis ojos)
Regia: Icíar Bollaín; sceneggiatura: Icíar Bollaín, Alicia Luna; interpreti: Laia Marull, Luis Tosar, Candela Peña, María Sardà, Kiti Manver, Sergi Calleja, Nicolás Fernández Luna, Elisabet Gelabert, Chus Gutiérrez, Elena Irureta; produttori: Santiago García de Leániz, Enrique González Macho; musica originale: Alberto Iglesias; fotografia: Carles Gusi; montaggio: Ángel Hernández Zoido; direzione artistica: Víctor Molero; costumi: Estíbaliz Markiegi; società produttrici: Alta Producción S.L., Producciones La Iguana S.L.; nazionalità:Spagna; anno di edizione: 2003; durata:109 min. |
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Una donna fugge da casa in piena notte trascinandosi dietro il figlioletto assonnato. Scappa dal marito manesco e irascibile che l’ha mandata all’ospedale più di una volta. Inizia così, con una sequenza dura, Ti do i miei occhi della regista spagnola Icíar Bollaín. Sembrerebbe il solito film femminista sulle donne maltrattate, ma molto di più. A mano a mano che la vicenda si sviluppa la storia si sposta lateralmente e, senza perdere di vista una forte denuncia sociale, diventa il quadro di un amore impossibile. Antonio, il marito, picchia Pilar, ma non riesce a vivere senza di lei. Tenta la via della cura da uno psicologo, ma la rabbia e le frustrazioni che lo divorano hanno la meglio. Dal canto sua Pilar, la moglie, prova una forte attrazione fisica e sentimentale per il suo uomo. E' un rapporto forse venato di masochismo, ma che non le impedisce di ribellarsi e riguadagnare la sua dignità. Ci riesce dopo varie traversie che culminano in un’ultima scena d’agghiacciante violenza: quando Pilar trova un lavoro, lui la blocca sulla porta di casa, la denuda e la trascina sul poggiolo chiudendola fuori. La regista dirige un film scritto molto bene, sfumato nella costruzione dei personaggi, vero come pochi nella descrizione d’ambienti e situazioni. E’ un’opera forte e lucida, moralmente e stilisticamente compiuta. |
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Valutazione: 1 2 3 4 5 |