Texas
Regia: Fausto Paravidino; sceneggiatura: ; interpreti: Valerio Binasco; Iris Fusetti, Valeria Golino, Carlo Orlando, Fausto Paravidino, Riccardo Scamarcio; fotografia: Gherardo Gossi; ricerca attori: Francesco Vedovati; società di produzione: Fandango; nazionalità: Italia; anno di produzione: 2005; durata: 100 min. |
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Sono anni che i critici vivono, per quanto riguarda gli esordi d’autori italiani, sotto una sorta di doccia scozzese. Infatti, escono decine d’opere prime promettenti, interessanti, magari grezze ma piene d’idee geniali, ma che sono smentite dalla banalità dei titoli successivi. Potremmo, anzi, affermare che più sono complesse e vive le prime, più i secondi rischiano di deludere. Ci auguriamo che Texas di Fausto Paravidino, un giovane drammaturgo genovese proveniente dalla Scuola per attori del Teatro di Genova e attivo, agli inizi, nella compagnia di Jurij Ferrini, smentisca questa tendenza. Alcuni suoi testi si sono segnalati per originalità, tra essi Trinciapollo (1996), La malattia della famiglia (2000) e Natura morta in un fosso (2001). Ecco ora l’esordio alla regia cinematografica con Texas, ambientato nell’ovadese e teso a ritrarre, da un punto di vista psicologico più che sociale, un lembo della provincia italiana in cui s’intrecciano ricordi partigiani, corsa alla ricchezza, deserto culturale, strutture patriarcali e inquietudini giovanili. Il film è costruito all’indietro e centrato su tre sabati sera, uno di novembre, uno di vigilia di Natale e uno di febbraio, in cui la nebbia cala su famiglie asserragliate in case dirute o kitsch e su giovani vocianti in discoteche misere o in appartamenti pseudo altoborghesi il tutto con contorno d’alcol e spinelli. Il film inizia dal finale, con un quarantenne che, pistola paterna in tasca, aspetta un grasso politicante locale per ucciderlo, si sviluppa retrocedendo e raccontando adulteri scandalosi (la moglie del quasi assassino che s’innamora di un ragazzo di vent’anni più giovane), famiglie autoritarie, crisi economiche terribili, distruzioni ambientali devastanti, naufragi di sogni giovanili. Non tutto fila liscio, in questo meccanismo troppo complesso e non sufficientemente oleato, ma nel complesso l’operazione interessa e promette bene. Qui ritorniamo all’osservazione d’apertura: sarà vera gloria? |
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