Terra di confine (Open Range)
Regia: Kevin Costner; soggetto dal romanzo di Lauran Paine; sceneggiatura: Craig Storper; interpreti: Robert Duvall, Kevin Costner, Annette Bening, Michael Gambon, Michael Jeter, Diego Luna, James Russo, Abraham Benrubi, Dean McDermott, Kim Coates; montaggio: Michael J. Duthie, Miklos Wright; fotografia: James Muro; scenografia: Gae S. Buckley; arredatore: Mary-Lou Storey; ricerca attori: Mindy Marin; direzione artistica: Gary Myers; costumi: John Bloomfield; musica: Michael Kamen; produttori: Armyan Bernstein, Kevin Costner, Jake Eberts, Craig Storper, David Valdes; nazionalità: USA, anno di produzione: 2003; durata: 139 min. |
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Terra di confine di e con Kevin Kostner è, prima d’ogni altra cosa, un omaggio al western. Lo è per la storia, in cui ritroviamo analogie con molti classici di quel cinema. Lo è per la citazione del lavoro di registi come John Ford, Raoul Walsh, Howard Hawks, John Sturges. Lo è per l’uso di situazioni e personaggi: il vecchietto che, nel finale, risolve la situazione, il pistolero deluso che trova finalmente pace, la comunità codarda che recupera coraggio e indipendenza. Questi elementi sono adattati ad una storia di mandriani giovani e vecchi e, soprattutto, al contrasto fra conduttori di mandrie e proprietari terrieri. Il titolo originale, Open Range, cita, infatti, i grandi spazi demaniali dell’America profonda su cui si consumò, fra il 1866 e il 1890, lo scontro fra gli allevatori itineranti e i grandi latifondisti. Un ruolo particolare lo ha l’uso del paesaggio in cui traspaiono riferimenti alla pittura americana del periodo e alle immagini del classico del western. Il risultato è un film commuovente come un vecchio reperto, simpatico e costruito molto bene. |
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Valutazione: 1 2 3 4 5 |