Quanto sono lontani “Star Wars” e “Spider Man”!
Star Wars: Episode II - Attack of the Clones (2002) - Regia: George Lucas; sceneggiatura: George Lucas, Jonathan Hales; interpreti: Ewan McGregor, Hayden Christensen, Natalie Portman, Samuel L. Jackson, Frank Oz, Temuera Morrison, Christopher Lee, Anthony Daniels, Kenny Baker, Ian McDiarmid, Jay Laga'aia, Silas Carson, Ahmed Best, Jack Thompson, Joel Edgerton; produttori: George Lucas, Rick McCallum; musica: John Williams; fotografia: David Tattersall; montaggio: Ben Burtt, George Lucas; casting: Robin Gurland; scenografo: Gavin Bocquet; costume: Trisha Biggar; mazionalità: USA; anno di produzione: 2002; durata: 142mn. Spider-Man - Regia: Sam Raimi; soggetto: dai fumetti di Stan Lee e Steve Ditko; sceneggiatura: David Koepp; interpreti: Tobey Maguire, Willem Dafoe, Kirsten Dunst, James Franco, Cliff Robertson, Randy Poffo, Rosemary Harris, J.K. Simmons, Joe Manganiello, Jack Betts, Gerry Becker; produttori: Avi Arad, Ian Bryce, Grant Curtis, Heidi Fugeman, Stan Lee, Steven P. Saeta, Laura Ziskin; musica: Danny Elfman; fotografia: Don Burgess; montaggio: Arthur Coburn, Bob Murawski; casting: Lynn Kressel, Francine Maisler; scenografo: Neil Spisak; costume: James Acheson; nazionalità: USA, anno di produzione: 2002; durata: 121mn.
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In questi giorni chi ama giocare al critico cinematografico può fare un esperimento: andare a vedere di seguito, l’ordine non importa, “Spider Man” e “Star Wars: II Episodio – L’attacco dei cloni”. Visti i due film provare a trovare le differenze da un punto di vista del modo di fare e intendere cinema. Io quest’esperimento l’ho fatto ed ecco che cosa ne ho ricavato. Sono film che individuano due maniere molto diverse di intendere il cinema. George Lucas prosegue la sua saga planetario – guerriera raffinando un tipo di cinema in cui la maestosità degli ingredienti, siano essi gli effetti speciali o i grandi paesaggi, fa premio sulla psicologia dei personaggi. Questi ultimi quasi non esistono, sono puri ingredienti di una miscela che ne richiede la presenza, ma non ne esalta il ruolo. La costruzione del racconto segue ritmi ben precisi: introduzione, sequenza iper - spettacolare, pausa, altra sequenza sorprendente, pausa, nuovo combattimento mozzafiato e via elencando sino alla fantasmagorica conclusione. Molto diverso il modulo a cui si ispira Sam Raimi. L’esistenza di un testo preesistente, i fumetti di Stan Lee e Steve Ditko, è utilizzata dal regista per costruire una storia nel senso tradizionale del termine. Chi ha visto “Spider Man”, ha i capelli bianchi ed è appassionato di cinema avrà notato la somiglianza fra questo film e certa produzione hollywoodiana degli anni cinquanta. Questo non solo nel taglio delle inquadrature, ma anche nell’attenzione a costruire personaggi narrativamente credibili e corposi. Si pensi ad alcune figure di contorno come la coppia degli anziani zii o il direttore del giornale. Attenzione, non sto dicendo che si tratta di personaggi descritti in modo realistico o psicologicamente elaborati, ma solo che si tratta di figure tipiche del cinema di un tempo e non di semplici manichini da piazzare qua e là nella scenografia. Naturalmente ci sono anche le specifiche sensibilità dei due autori. George Lucas continua a guardare al mondo del commercio come a una nemico subdolo e pericoloso, il cui unico avversario è l’uomo con la sua carica di genialità e individualismo. Un’immagine del tutto plausibile in un conservatore illuminato americano quale è questo cineasta (attenzione: non confondere mai i conservatori americani con la destra fascista, sono due cose lontane come il giorno dalla notte). Sam Raimi ha uno sguardo più pessimistico, la sua attenzione va soprattutto alle forze oscure e non è un caso se il personaggio più complesso è riuscito è quello di Norman Osborn/ Il Gobelin Verde, questo anche grazie all’interpretazione di Willem Dafoe. Una sfasatura che segnava anche altri due film tratti da personaggi dei fumetti: “Batman” (1989) e “Batman Ritorna” (1992), entrambi diretti da Tim Burton ove Jack Nicholson ricopriva il ruolo di Joker/Jack Napier e Danny DeVito quello del Pinguino. Una sequenza chiave di “Spider Man” è quella in cui il super – ragazzo è salvato dalla folla anonima di newyorchesi che gettano oggetti sul suo avversario che sta per avere il sopravvento su di lui. Qui il popolo (attenzione: non l’individuo) è indicato come il vero artefice della storia e non solo di quella di cartapesta del film. |
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