Signs
Regia: M. Night Shyamalan; soggetto e sceneggiatura: M. Night Shyamalan; interpreti: Mel Gibson, Joaquin Phoenix, Cherry Jones, Rory Culkin, Abigail Breslin, Patricia Kalember, M. Night Shyamalan, Ted Sutton, Merritt Wever, Lanny Flaherty, Marion McCorry, Michael Showalter, Kevin Pires, Clifford David, Rhonda Overby, Greg Wood; produttori: Kathleen Kennedy, Frank Marshall, Sam Mercer, Jose L. Rodriguez, M. Night Shyamalan; musica originale: James Newton Howard; fotografia: Tak Fujimoto; montaggio: Barbara Tulliver; ricerca attori: Douglas Aibel; scenografo: Larry Fulton; direzione artistica: Keith P. Cunningham; preparazione set: Douglas A. Mowat; costumi: Ann Roth; trucco: Bernadette Mazur; società di produzione: Blinding Edge Pictures, The Kennedy/Marshall Company, Touchstone Pictures; nazionalità: USA; anno di produzione; 2002; durata: 106 min. |
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Un contadino, ex pastore protestante, scopre nel suo campo di granoturco alcuni cerchi misteriosi ed enormi. Disegni simili appaiono in molte città indiane e messicane. Inizia in questo modo l’incubo di un’invasione aliena della terra che costringe il colono e i suoi a barricarsi in una cantina per resistere all’assalto dei mostri venuti dallo spazio. E’ una situazione non nuova nel cinema e s’intreccia ad argomenti fantastico – psicologici (il prete ha perso la fede quando gli è morta la moglie) che M. Night Shyamalan, un americano d’origine indiana, ha già trattato ne Il sesto senso (1999) e Umbreakable (2000). Temi che, dalla fantascienza al western al poliziesco, assumono il carattere di un vero e proprio genere. Questa volta il dato interessante sta nell’aria di terrore che marca tutto quanto ha suono straniero ed è vissuto come minaccia all’ordine costituito dell’America profonda. Non è un caso se anche il responsabile della morte della moglie dell’ex religioso è uno straniero, interpretato dallo stesso regista. E' un film che naviga nell’onda dei sentimenti xenofobi partoriti dalla tragedia dell’undici settembre. La costruzione narrativa è abile ed ha il pregio di costruire un clima di suspense, senza quasi ricorrere agli effetti speciali o alle esplosioni di sangue. Costituisce un handicap, invece, l’interpretazione monocorde e quasi inespressiva di Mal Gibson. In conclusione un film anche piacevole, ma politicamente inquietante. |
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Valutazione: 1 2 3 4 5 |