Regia: Saverio Costanzo; sceneggiatura: Camilla Costanzo, Alessio Cremonini, Sayed Qashua, Saverio Costanzo; fotografia: Luigi Martinucci; montaggio: Francesca Calvelli; anno di produzione: 2004; nazionalità: Italia; durata: 90mn.
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Mohammad insegna letteratura inglese in un liceo di Ramallah e, fra le tante sfortune che affliggono il suo popolo, ha quella di abitare, con moglie e cinque figli, in una casa situata tra un villaggio palestinese e un insediamento israeliano. L’esercito ebraico decide di occupare la villetta e lascia, a lui e ai suoi, poche stanze al pianterreno. Inizia in questo modo un braccio di ferro fra l’arrogante comandante israeliano, che fa di tutto per costringere padroni di casa ad andarsene, e l’intellettuale palestinese che, forte della sua fiducia nella non violenza, rifiuta di abbandonare l’abitazione. Il regista lascia intuire che il finale sarà tragico per entrambi. Con Private Saverio Costanzo esordisce alla grande nel cinema narrativo, il film ha vinto l’ultimo Festival di Locarno, e lo fa mostrando un’efficace forza stilistica che non teme di andare contro i canoni del cinema levigato e perbenista. Il suo è un film ruvido, con immagini sgranate, che cela, nell’apparente normalità di una storia ispirata ad un fatto di cronaca, una condanna impietosa della guerra. È un discorso che riguarda, non genericamente, le possibilità di pace e di reciproca comprensione fra due popoli in guerra da quasi sessanta anni, ma che non chiude gli occhi davanti ad una spirale di violenza la cui fine è di là da venire.
