Pantaleon e le visitatrici (Pantaleón y las visitadoras)
Regia: Francisco J. Lombardi; soggetto dal racconto omonimo di Mario Vargas Llosa; sceneggiatura: Enrique Moncloa, Giovanna Pollarolo; interpreti: Angie Cepeda, Salvador del Solar, Pilar Bardem, Mónica Sánchez, Tatiana Astengo, Norka Ramírez, Patty Cabrera, Maricielo Effio, Víctor Ángeles; produttori: Mariela Besuievski, Mercedes de la Cadena, José Enrique Crousillat, Gerardo Herrero, Gustavo Sánchez; musica originale: Bingen Mendizábal; fotografia: Teo Delgado; montaggio: Danielle Fillios; ricerca attori: Ricardo Velásquez; direttore artistico: Alfredo Rojas, Alejandro Rossi; trucco: Jerry López; società produttrici: América Producciones, Inca Films S.A., Tornasol Films S.A.; Nazionalità: Spagna - Perù; anno di produzione: 1999; durata: 137 min. |
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Pantaleon e le visitatrici (Pantaleón y las visitadoras) di Francisco J. Lombardi prende spunto dal romanzo omonimo (Edizioni Einaudi) di Mario Vargas Llosa che, nel 1975, n’ha già tratto un film, firmandolo assieme a José Maria Gutiérrez. Un giovane ufficiale dell’esercito peruviano riceve l’imbarazzante incarico di organizzare un bordello ad uso dei militari in servizio nella giungla amazzonica, al confine con il Brasile. Lo stato maggiore spera, in questo modo, di calmare i bollori della truppa i cui appetiti sessuali hanno causato un impressionante numero di “incidenti” con le donne del luogo. Il tenutario improvvisato prende l’incarico talmente sul serio da suscitare nei comandi vicini la richiesta di poter usufruire, anch’essi, del “servizio”. Il successo della missione e la vampata d’amore che esplode tra il militare e una bella prostituta, spingono le alte gerarchie militari a cancellare l’iniziativa e inviare l’ufficiale in una gelida e inospitale regione antartica. Persino qui il tenente troverà modo di dare sfogo al suo spirito organizzativo, avviando una scuola per analfabeti. E' una lodevole iniziativa, ma che ha tutti i sintomi per trasformarsi in nuova fonte di guai. E' una trasparente metafora sull’impossibilità di sposare efficienza e professionalità ad una struttura rigidamente autoritaria, tesa più ad autogiustificarsi che a servire i reali interessi della nazione. E’ un’opera intelligentemente antimilitarista che conferma l’interesse del regista per l’analisi delle strutture verticistiche. |
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