Oro rosso (Talaye sorgh)
Regia: Jafar Panahi; sceneggiatura: Abbas Kiarostami; interpreti: Hossain Emadeddin, Kamyar Sheisi, Azita Rayeji, Shahram Vaziri, Ehsan Amani, Pourang Nakhael, Kaveh Najmabadi, Saber Safael; produttore: Jafar Panahi; musica orginale: Peyman Yazdanian; fotografia: Hossein Djafarian; montaggio: Jafar Panahi; scenografia: Iraj Raminfar; arredatore: Morteza Kheirkhah; società di produzione: Jafar Panahi Film Productions; nazionalità: Iran; anno di produzione: 2003; durata: 95 min.
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Con Oro rosso Jafar Panahi si rivela fra i cineasti iraniani più sensibili ai temi sociali e politici. Un grassone affetto da malattie respiratorie, che vive poveramente fra consegne di pizze e piccoli furti, tenta una rapina ad una gioielleria di lusso. Il colpo naufraga; l’impacciato bandito uccide il proprietario del negozio e si toglie la vita. Il film ritorna indietro di due giorni e ci mostra le umiliazioni che il rapinatore ha dovuto subire in una società in cui il lusso convive con la miseria, la polizia tratta da delinquenti i giovani che partecipano ad una festa in famiglia e dove chiunque abbia un minimo di potere si comporta da despota. Il film è girato in modo realistico seguendo più la lezione di Vittorio De Sica che quella di Roberto Rossellini. E’ un’opera che rimane al disotto della poesia dei film precedenti di questo regista, come Il palloncino bianco (1995), o della compattezza de Il cerchio (2000), ma che ci consegna un’immagine della complessità e delle fratture di un paese che solo gli osservatori più superficiali possono considerare unificato da un cieco bigottismo religioso. |
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Valutazione: 1 2 3 4 5 |