Oliver Twist

Regia: Roman Polanski; testo dal romanzo omonimo di Charles Dickens; sceneggiatura: Ronald Harwood;interpreti: Ben Kingsley, Barney Clark, Leanne Rowe, Mark Strong, Jamie Foreman, Harry Eden, Edward Hardwicke; produttori: Robert Benmussa, Timothy Burrill, Petr Moravec, Roman Polanski, Alain Sarde, Michael Schwarz; musica: Rachel Portman; fotografia: Pawel Edelman; montaggio: Hervé de Luze; ricerca attori: Celestia Fox; scenografia: Allan Starski; direzione artistica: Jindrich Kocí; arredatore: Jille Azis; costumi: Anna B. Sheppard; società di produzione: Runteam II Ltd., ETIC Limited, Medusa Produzione, R.P. Productions Runteam Ltd.; nazionalità: Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Francia, Italia; durata: 130 min.

URL: http://www.imdb.com/title/tt0380599/
URL: http://www.sonypictures.com/movies/olivertwist/
TRAILER

Roman Polanski ha firmato una nuova versione cinematografica di Oliver Twist, il celebre romanzo scritto da Charles Dickens (1850 – 1890) fra il 1837 e il 1838. La chiave di lettura adottata nel riscrivere la storia del piccolo orfano, caduto nelle mani di una banda di borseggiatori e ladri capeggiata dall’ebreo Fagin, è quella di accentuare i toni cupi sino a mettere la sordina al noti lieto fine, qui privato di agnizioni e arricchimenti di rito. N’emerge una visione brutale, disperata e priva di vie di fuga in una società in cui il guadagno costituisce l’unica legge e ove poliziotti e magistrati non sono meno odiosi dei tagliaborse. Le ragioni di questa scelta, sorretta da uno straordinario apparato scenografico e da effetti speciali che rendono mirabilmente la sozzure e la miseria della Londra della prima metà ottocento, va letta anche come sguardo, ugualmente disperato, sul mondo di oggi. La regia interpreta in chiave modernamente marxiana una pagina che, se è ancor oggi in grado di commuoversi per la lucidità della descrizione, manca in parte lo scopo proprio perché sceglie la via del lieto fine esageratamente consolatorio. E’ un difetto che il regista corregge immergendo il film, dalla prima all’ultima immagine, in una luce cruda, mortuaria, putrida.

 
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