Non ti muovere
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Sergio Castelletto firma il suo secondo, dopo il confuso Libero Burro (1999) partendo da un romanzo di successo scritto da sua moglie Margaret Mazzantini. Non ti muovere è un lungo flash back, con sequenze che vanno ulteriormente all’indietro, in cui un chirurgo rivive l’amore folle che, quindici anni prima, lo aveva legato ad una ragazza povera, volgare e bruttina. Il medico sta aspettando l’esito di una delicata operazione a cui è sottoposta sua figlia, vittima di un incidente stradale. E’ un quadro d’interno in famiglia borghese non privo di momenti interessanti, in particolare nella descrizione di un’inquietudine e insoddisfazione sentimentale non lenite da una condizione d’agiatezza economica e perbenismo. Forse l’obiettivo era riprendere la strada, una quarantina d’anni dopo, aperta da Michelangelo Antonioni con la sua analisi della morte dei sentimenti, si deve ammettere che l’operazione è riuscita solo in parte. Molti snodi narrativi latitano, il racconto non procede sempre in modo chiaro e lineare, alcuni passaggi appaiono troppo bruschi, ma nel complesso Sergio Castelletto conferma di essere, oltre che un ottimo attore, un regista non banale di cui attendere con interesse le prossime prove. |
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