Regia: François Dupeyron; testo da un racconto di Eric-Emmanuel Schmitt; sceneggiatura: François Dupeyron; interpreti: Omar Sharif, Pierre Boulanger, Gilbert Melki, Isabelle Renauld, Lola Naymark, Anne Suarez, Mata Gabin, Céline Samie, Isabelle Adjani, Guillaume Gallienne; fotografia: Rémy Chevrin; montaggio: Dominique Faysse; ricerca attori: Brigitte Moidon; scenografo: Katia Wyszkop; costumi: Catherine Bouchard; società produttrici: ARP Sélection [fr], France 3 Cinéma [fr]; nazionalità: Francia; anno di produzione: 2003; durata: 94 min.
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Siamo in un modesto quartiere ebraico della Parigi degli anni '60. Qui fra prostitute che affollano il marciapiede giorno e notte, il vecchio Ibrahim ha un piccolo emporio nel quartiere ebraico. Il dodicenne Momo, che vive con il padre dopo che la madre è fuggita di casa, è un suo cliente abituale e un ladruncolo che sistematicamente lo deruba di scatolette e dolciumi. Fra i due s’instaura un rapporto d’amicizia che si trasforma nel confronto fra generazioni, culture e religioni. Alla fine sarà proprio il giovane ebreo a raccogliere l’eredità del vecchio in un clima di comprensione. Il film di François Dupeyron sviluppa quest’inno alla tolleranza religiosa e razziale con toni melensi e uno sguardo conciliatore sorretto da peripatetiche dal cuore d’oro e vicini comprensivi. E’ un monumento all’arte d’Omar Sharif, Leone d’oro alla carriera della Mostra di Venezia di quest’anno.
