Matrix Reloaded
Regia: Andy e Larry Wachowski; sceneggiatura: Andy e Larry Wachowski; interpreti: Ray Anthony, Christine Anu, Andy Arness, Alima Ashton-Sheibu, Helmut Bakaitis, Steve Bastoni, Don Battee, Monica Bellucci, Daniel Bernhardt, Valerie Berry, Ian Bliss, Liliana Bogatko, Michael Budd, Stoney Burke, Kelly Butler, Josephine Byrnes, Noris Campos, Sing Ngai, Paul Cotter, Marlene Cummins, Attila Davidhazy, Essie Davis, Laurence Fishburne, produttori: Bruce Berman, Grant Hill, Andrew Mason, Vicki Popplewell, Steve Richards, Joel Silver, Andy Wachowski, Larry Wachowski; musica originale: Don Davis, Rob Dougan, Marilyn Manson, Tom Morello, Paul Oakenfold, Linkin Park, Ben Watkins,) Rob Zombie; fotografia: Bill Pope; montaggio: Zach Staenberg; ricerca attori: Mali Finn Shauna Wolifson; scenografia: Owen Paterson; direzione artistica: Hugh Bateup Jules Cook, Mark W. Mansbridge, Catherine Mansill, Charlie Revai; arredatori Brian Dusting, Ronald R. Reiss; costumi: Kym Barrett; società produttrici: NPV Entertainment Silver Pictures, Village Roadshow Productions, Warner Bros.; nazionalità: USA; anno di produzione: 2003; durata: 138 min. |
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Matrix Reloaded (Matrix ricaricata) è il secondo episodio della trilogia lanciata, nel 1999, dai fratelli Larry ed Andy Wachowaki. Lo scenario è apocalittico: le macchine si sono ribellate agli uomini e hanno conquistato il mondo, ciò che rimane dell’umanità, è costretto a vivere sottoterra. Il pericolo è, ora, quello di una sorta d’attacco finale e le sole speranze risiedono nell’abilità e i poteri di Neo, della sua compagna Trinity e del comandante Morpheus. Dovranno essere loro a penetrare nel cuore della Matrice per disattivare il controllo dell’armata meccanica. L’impresa riesce in parte: la tragedia è evitata con grandi perdite, ma il pericolo rimane. Come dice il finale dello stesso film: la storia continua e, forse, la soluzione verrà dal terzo episodio, ancora in produzione. Il film è basato quasi esclusivamente su scenografie ed effetti speciali. Le prime citano e saccheggiano il mitico Metropolis (1927) di Fritz Lang, i secondi puntano sugli inseguimenti con strage d’auto ed esasperazione degli scontri stile kung fu. Passata la prima meraviglia, tutto assume un fastidioso aspetto ripetitivo ed emerge la pochezza della costruzione narrativa e la mancanza di quell’autoironia cha ha fatto la fortuna del ciclo di Guerre stellari. E' un film del tutto simile ad un videogame, che piacerà al pubblico più giovane, ma che rischia di annoiare a morte gli spettatori che hanno superato la trentina. |
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