Matrimonio tardivo (Hotouna Mehuheret)
Regia e sceneggiatura: Dover Kosashvili; interpreti: Lior Ashkenazi, Ronit Elkabetz, Moni Moshonov, Lili Koshashvili, Aya Steinovitz, Rozina Cambus, Simon Chen, Sapir Kugman, Dina Doron, Leonid Kanevsky, Livia Chachmon Ayaliy, Eli Tur, Maria Ovanov, Orit Buchnik, Sher Reuen, Dayan Rivka, Gur Ana, Feinstein Zuri; musiche: Iosef Bardanashvili; fotografia: Daniel Schneor; scenografia: Avi Fahima; montaggio: Yael Perlov; interpreti: Lior Ashkenazi, Ronit Elkabetz, Moni Moshonov, Rozina Cambos; produttori: Marek Rozenbaum, Edgard Tenenbaum, Uddie Yerushalmi, arredatore: Avi Fahima; scenogafo Evelyn Terdiman; costumi: Maya Barsky; società produttrici: Centre National de la Cinématographie, Israeli Film Fund, Keshet Broadcasting, Morgane Productions, The Fund for the Promotion of Israeli Film, Transfax Film Productions, Arte France Cinéma; nazionalità: Israele - Francia; anno di produzione: 2001; durata: 102 min. |
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Molti sanno che Israele, oltre la comune appartenenza ebraica, è un mosaico d’umori e civiltà che spaziano dal Nord Africa all’Europa Centrale, dall’Asia agli stati che appartenevano all’ex- Unione Sovietica. A chi lo ha dimenticato lo ricorda Dover Kosashvili, nato in Georgia nel 1966 ed emigrato in Israele nel 1972. Qui ha diretto il suo primo film, Matrimonio tardivo, basato su un giovane che vuole sposare un’ebrea d’origine marocchina, divorziata e con figlia a carico. La famiglia e il parentado s’oppongono e lo costringono ad impalmare una donna della comunità. L’ambiente, molto ben descritto dall’iperkitsch degli interni, è quello della comunità georgiana d’Israele, che ha mantenuto regole di vita, affari e costumi del tutto simili a quelli in uso in patria. Il film è girato senza troppa fantasia e con uno stile limitato, ma funziona bene quale testimonianza della complessità della società israeliana e offre momenti di gran divertimento, come testimonia l’incursione delle matrone georgiane nella casa della malcapitata. |
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