Master & Commander - Sfida ai confini del mare (Master and Commander - The Far Side of the World)

Regia: Peter Weir; da un romanzo di Patrick O'Brian; sceneggiatura: Peter Weir, John Collee; interpreti: Russell Crowe, Paul Bettany, James D'Arcy, Edward Woodall, Chris Larkin, Max Pirkis; produttori: Todd Arnow,  Alan B. Curtiss, Samuel Goldwyn Jr., Meyer Gottlieb, Duncan Henderson, Peter Weir; musica originale: Iva Davies, Christopher Gordon, Richard Tognetti; fotografia: Russell Boyd, Sandi Sissel; montaggio: Lee Smith; ricerca attori: Mary Selway; scenografo: William Sandell; direzione artistica: Bruce Crone, Mark W. Mansbridge: arredatore: Robert Gould; costumi: Wendy Stites;società produttrici: Century Fox, Miramax Films, Universal Pictures; Samuel Goldwyn Films; nazionalità: USA; anno di produzione: 2003; durata: 138 min.

URL: http://us.imdb.com/title/tt0311113/URL:http://www.masterandcommanderthefarsideoftheworld.com/
 
TRAILER

I romanzi di Patrick O'Brian (1914 - 2000) sono molto popolari nel mondo anglosassone. Sono libri che hanno a protagonista il capitano Jack Aubrey che, al comando della fregata inglese Surprise, si batte contro le navi di Napoleone. Siamo all’inizio del 800 e le armate francesi sono sul punto di invadere la Gran Bretagna, perciò la guerra sui mari è di vitale importanza per le sorti del conflitto. Molti produttori sono stati tentati dal portare sullo schermo questi romanzi, ma si sono tirati indietro spaventati, fra l’altro, dagli altissimi costi richiesti dall’operazione. C’è voluta l’unione di quattro aziende americane - 20th Century Fox, Miramax, Universal e Samuel Goldwyn – per mettere assieme i 145 milioni di dollari necessari alla realizzazione di Master & Commander - Sfida ai confini del mare. Il timoniere di questa maxiproduzione è l’australiano Peter Weir, già autore d’opere pregevoli come il testimone (1985) e The Truman Show (1998). Il risultato è un film contraddittorio, non un supercolosso di stampo tradizionale, anche se non mancano le sequenze grandiose, e neppure un film d’alta qualità culturale, anche se vi sono momenti e spunti tutt’altro che banali. In altre parole una proposta sbilanciata e incoerente che rischia, com’è già avvenuto negli Stati Uniti, di scontentare tutti e iscriversi nei grandi fallimenti, commercialmente parlando, di cui è ricca la storia del cinema.

 
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