Ma quando arrivano le ragazze?
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Quasi tutto il cinema di Pupi Avati ruota attorno a due punti: il ricordo della giovinezza e il jazz. Il primo ha toni soffusi e melanconici che cancellano ogni riferimento storico, sociale o politico, il secondo costituisce l’asse di una passione sincera, ma relegata nei limiti di una visione provinciale. Sono elementi che ritornano con forza anche in questo Ma quando arrivano le ragazze? ove le sfumature autobiografiche si alternano al rimpianto per il tempo passato. Due amici, membri di un complesso jazz di non eccelse qualità, si conoscono, stimano e diventano rivali in amore. Passano gli anni e quello che sembrava meno dotato diventa un famoso trombettista, mentre l’altro ripiega in una tranquilla vita altoborghese. Ambientato fra il 1994 e il 2001, il film è come chiuso in un piccolo mondo antico che lascia fuori della porta ogni riferimento ad una realtà - sociale politica, economica - che, proprio in quegli anni, subisce tumultuose modifiche. È un’opera da camera più che l’affresco di una generazione e un quadro psicologico e caratteriale definito in modo abbastanza sommario. |
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