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Due solitudini s'incontrano in modo casuale. Lui fa l'autista d'auto lussuose, lei ha alle spalle una brutta storia (droga? carcere?) e sta lottando perché non le sottraggano la figlia il cui affidamento è stato richiesto dai nonni. Un terzo ostacolo lo fornisce un losco usuraio che specula su extracomunitari e persone in difficoltà finanziarie. Per aiutare la donna l'uomo diventa uno dei tirapiedi del delinquente, siano al momento che si ribella e lo fa arrestare. Lei supera remore e diffidenze, si libera di un amore impossibile e, forse, riesce ad intraprendere una nuova storia con lui e a riavere la figlia. Con "Luce dei miei occhi" Giuseppe Piccioni segue lo stesso itinerario del viaggio psicologico che aveva utilizzato nelle opere precedenti. Lo fa mettendo assieme una fine analisi psicologica e un grave problema sociale. La miscela, tuttavia, non si amalgama. Una nota di merito a Sandra Ceccarelli e Luigi Lo Cascio, che hanno ottenuto, alla Mostra di Venezia, le Coppe Volpi per le migliori interpretazioni, maschile e femminile.