La ville est tranquille

Regia: Robert Guédiguian; sceneggiatura: Robert Guédiguian, Jean-Louis Milesi; fotografia: Bernard Cavalié; montaggio: Bernard Sasia; scenografia: Michel Vandestien; costumi: Catherine Keller; aiuto regista: Carole Guenot; suono: Laurent Lafran; interpreti: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Alexandre Ogou, Pierre Banderet, Jacques Boudet, Pascale Roberts, Julie-Marie Parmentier, Christine Brücher, Emilie Angélini, Véronique Balme, Frédérique Bonnal, Jacques Germain, Alain Lenglet, Philippe Leroy, Julien Sevan Papazian, Jacques Pieiller, Danielle Stefan, Margaux Tartour, Noé Tellier, Amar Toulé, Yann Trégouët, Farid Ziane ; produttore esecutivo: Bruno Ghariani; produttori: Robert Guédiguian, Michel Saint-Jean, Glles Sandoz; nazionalità: Francia ; anno di produzione: 2000; durata: 132'
  URL: http://us.imdb.com/Title?0234988
  URL: http://www.cinemazip.rai.it/film.asp?filmID=366
Al centro del film c'è Michèle, donna di fatica al mercato del pesce, oppressa da una figlia drogata. Per procurarsi danaro si prostituisce. E' in questo modo che incontra Paul, che ha rotto il fronte di lotta degli scaricatori per ottenere il denaro necessario a diventare tassista. Anche Viviane è in crisi e non sopporta più la sinistra moderata incarnata da suo marito. Poi ci sono Abderamane che, uscito dalla galera, tenta di aiutare i fratelli, Claude che pratica gli ambienti d'estrema destra e Gèrarde, oppresso da un senso di morte, che vive sul filo del mondo della delinquenza. E' un mosaico di storie che s'intrecciano in una grande città, Marsiglia, in preda alla disperazione. Fascismo e razzismo dominano incontrastati, gli operai sono ridotti alla fame, i loro figli precipitano nel barato della droga. Un quadro fosco in cui non è neppure possibile salvarsi delinquendo. Molto probabilmente è il ritratto realista di una città, un tempo di sinistra, e che è diventata una roccaforte dell'estrema destra. E' anche il quadro d'esistenze prive di prospettiva, vite consumate fra la ricerca di sopravvivenza e laceranti dolori. Il regista di "Marius e Jannette" purifica il suo stile dalle molte scorie che segavano i film precedenti e approda ad un racconto sobrio, ben orchestrato, organizzato in modo mirabile e superbamente interpretato dal solito gruppo d'attori con cui lavora da anni.

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