La sorgente del fiume (To livadi pou dakrizi)

Regia: Theo Angelopoulos; cast: Alexandra Aidini, Nikos Poursanidis, Vassilis Kolovos, Giorgos Armenis; sceneggiatura: Theo Angelopoulos, Tonino Guerra fotografia: Andreas Sinanos; montaggio: Giorgos Triantafyllon: scenografia: Giorgos Patsas costumi: Ioulla Stavridou musica: Helene Karaindrou; produttore: Theo Angelopoulos, Amedeo Pagani; produzione: Storie, Istituto Luce, con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Bac Film, Theo Angelopoulos Production; nazionalità: Italia/Francia/Grecia; anno di edizione: 2004 durata: 171 min.

URL: http://www.imdb.com/title/tt0366721/
TRAILER

Theo Angelopulos è fra i maggiori registi cinematografici viventi, questo significa che i suoi film sono segnati da un marchio stilistico ben definito, un segno fatto di lunghe sequenze, cattura dei momenti prima e dopo i grandi eventi, costruzioni psicologiche che diventano metafore della storia. Sono i caratteri che segnano anche La sorgente del fiume, prima tappa di una trilogia che percorrerà tutto il 1900. Qui ci fanno da guida tre generazioni di una famiglia di profughi da Odessa, fuggiti dalla Russia all’arrivo dell’Armata Rossa, nel 1921. Stabilitisi alla foce di un fiume, vicino a Salonicco, intrecciano storie d’amore e passione sino alla guerra civile che insanguinò il paese fra il 1946 e il 1949. Una donna, unica superstite dal nome Eleni, simboleggia i triboli inflitti ad un intero popolo. Il regista usa lunghi piani sequenza, si mostra parsimonioso nei dialoghi, anche se, per la prima volta, ricorre alla voce fuori campo che introduce e dipana i nodi più difficili della narrazione. Questo è un cinema che richiede pazienza e attenzione, ma che ripaga offrendo intelligenza e alcune composizioni visive talmente belle che tolgono il fiato. Gli animali uccisi per vendetta e appesi ai rami di un albero, la sposa in fuga nella nebbia, il lungo corteo nerovestito che arriva in quella che sarà la futura dimora degli esuli, sono altrettanti mementi di grande espressione cinematografica. Sono sequenze destinate ad entrare nella storia della settima arte.

 
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