La rosa bianca - Sophie Scholl (Sophie Scholl - Die Letzten Tage)
Regia: Marc Rothemund; sceneggiatura: Fred Breinersdorfer; interpreti: Julia Jentsch, Fabian Hinrichs, Gerald Alexander Held, Johanna Gastdorf, André Hennicke, Freisler Florian Stetter, Johannes Suhm, Maximilian Brückner, Jörg Hube, Petra Kelling, Franz Staber; produttori: Fred Breinersdorfer, Sven Burgemeister, Ulrich Herrmann, Jochen Kölsch, Christoph Müller, Bettina Reitz, Marc Rothemund, Andreas Schreitmüller, Hubert von Spreti; musica: Reinhold Heil, Johnny Klimek; fotografia: Martin Langer; montaggio: Hans Funck; ricerca attori: Nessie Nesslauer, scenografo: Jana Karen; costumi: Natascha Curtius-Noss;società di produzione: Broth Film, Goldkind Filmproduktion; nazionalità: Germania; anno di produzione: 2005; durata: 117 min. |
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Il 22 febbraio 1943 era ghigliottinata a Monaco di Baviera Sophie Scholl, colpevole di aver diffuso nell’università, assieme al fratello Hans, volantini antinazisti. Marc Rothemund dedica a questa coraggiosa ventunenne e ai suoi compagni dell’organizzazione segreta La Rosa Bianca, un film generoso nelle intenzioni, documentato nella costruzione, stilisticamente più simile ad un ottimo telefilm che ad un’opera cinematografica in senso vero. Il regista si focalizza sui cinque giorni che vanno dalla cattura dei due giovani alla loro decapitazione assieme a Christoph Probst. Sono ore drammatiche per il popolo tedesco che inizia a sentire i morsi dei bombardamenti alleati e misura il drammatico peso della battaglia di Stalingrado, che si risolverà in una sconfitta mortale per il nazismo. Il film si svolge quasi per intero in luoghi chiusi, con privilegio dei dialoghi sulle immagini, da questa scelta stilistica nasce un taglio più da piccolo che da grande schermo e una preminenza del detto sul mostrato. Fa parte di questa stessa scelta un indirizzo politico che tende più all’esaltazione di questi giovani martiri che alla comprensione delle loro motivazioni. Dominano gli slogan e le parole d’ordine, scarseggiano le analisi. Manca, ad esempio, un qualsiasi approfondimento sui principi morali e religiosi che spinsero la giovane ad una scelta tanto rischiosa. Il film riprende la vicenda già al centro di un’altra opera tedesca, Die Weiße Rose (La rosa bianca, 1982) di Michael Verhoeven, tentando di approfondire i caratteri più che il quadro storico, un’operazione che soddisfa solo in parte. |
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Valutazione: 1 2 3 4 5 |