L’ultimo samurai (The Last Samurai)

Regia: Edward Zwick; soggetto: John Logan; sceneggiatura: John Logan, Edward Zwick, Marshall Herskovitz; interpreti: Ken Watanabe, Tom Cruise, William Atherton, Chad Lindberg, Ray Godshall, Billy Connolly, Tony Goldwyn, Masato Harada, Masashi Odate, John Koyama;  produttori: Tom Cruise, Michael Doven, Tom Engelman, Ted Field, Marshall Herskovitz, Scott Kroopf, Graham Larson, Charles Mulvehill, Yôko Narahashi, Richard Solomon, Paula Wagner, Vincent Ward, Edward Zwick; musica originale: Blake Neely, Geoff Zanelli, Hans Zimmer; fotografia: John Toll; montaggio: Victor Du Bois, Steven Rosenblum; ricerca attori: Yôko Narahashi, Victoria Thomas; scenografo:  Lilly Kilvert; direzione artistica: Christopher Burian-Mohr, Jess Gonchor, Kim Sinclair; arredatore: Gretchen Rau; costumi:  Ngila Dickson; società produttrici: Warner Bros. The Bedford Falls Company, Cruise-Wagner Productions, Radar Pictures Inc.; nazionalità: USA / New Zealand / Japan; anno di produzione: 2003; durata: 154 min.

URL: http://www.imdb.com/title/tt0325710/
URL:http://lastsamurai.warnerbros.com/html_index.php
 
TRAILER
TRAILER

Il grande cinema commerciale americano riesce spesso ad affrontare, magari in modo schematico, qualche elemento legato alla realtà del paese. In questo modo temi scottanti come la corruzione della politica, la brutalità della polizia, la violenza del regime militare, diventano materia di grande spettacolo laddove, in altre cinematografie, sono sepolti da una cortina di censure più o meno ufficializzate. Basti pensare ai molti film sui Presidenti americani - trattati come despoti, truffatori, assassini - e allo sparuto gruppo di film italiani che parlano apertamente di politici e parlamentari. Questa caratteristica del cinema hollywoodiano scompare quando gli scenari si spostano dagli Stati Uniti al resto del mondo. In L’ultimo Samurai d’Edward Zwick, ad esempio, grandi mezzi produttivi e divi famosi trasmigrano nel Giappone di fine ottocento, un momento cruciale per il destino di quel paese, rimasto chiuso ad ogni influenza occidentale sin quasi alla metà del diciannovesimo secolo. Incurante di questi precisi dati storici il film ricicla temi e argomenti come la fierezza nazionale, la tolleranza verso il miscuglio razziale, la condanna della violenza verso gli indigeni, che sono argomenti prettamente americani. Il risultato è un western maturo centrato su un militare che, disgustato dei massacri commessi nelle guerre indiane, trova riscatto alleandosi con un gruppo di samurai che si oppongono alla modernizzazione affaristica del loro paese. Questo squilibrio è aggravato dall’uso di un attore, Tom Cruise, particolarmente inespressivo e qui del tutto fuori ruolo.

 
Valutazione: 1 2 3 4 5