L'enfant

Regia : Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne; sceneggiatura: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne; interpreti: Jérémie Renier, Déborah François; Jérémie Segard, Fabrizio Rongione, Olivier Gourmet, Mireille Bailly, Jean-Michel Balthazar, Stéphane Bissot, Frédéric Bodson, Olindo Bolzan; produttori: Olivier Bronckart, Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne, Denis Freyd, Genevieve Lemal, Alexandre Lippens, Arlette Zylberberg; fotografia: Alain Marcoen; montaggio: Marie-Hélène Dozo; scenografo: Igor Gabriel; costumi: Monic Parelle; società produttrici: Les Films du Fleuve, Archipel 33, Radio Télévision Belge Francofone (RTBF), arte France Cinéma, Centre du Cinéma et de l'Audiovisuel de la Communauté Française de Belgique, Eurimages, Loterie Nationale de Belgique, Canal+, Centre National de la Cinématographie (CNC), Wallimage; nazionalità: Belgio; anno di produzione: 2005; durata: 95 min.

URL: http://www.imdb.com/title/tt0456396/
URL: http://www.sonyclassics.com/thechild/
 
TRAILER

L’enfant, di Jean-Pierre e Luc Dardenne, è un ottimo film, senza arrivare ad essere un capolavoro. I due fratelli belgi, che hanno vinto la Palma d’Oro a Cannes del 1999 con Rosetta, ritornano sul mondo dei giovani, poveri ed emarginati, con la storia di una coppia che ha appena avuto un figlio. I due campano con gli esiti di e ricettazione e, forse anche per questa radicata abitudine mercantile, l’uomo decide di vendere il piccolo senza dire nulla alla compagna. Quando questa lo viene a sapere, va letteralmente in paranoia, lo denuncia e non vuole più vederlo. D’altro canto i compratori restituiscono il piccolo, ma voglio il doppio della cifra consegnata all’atto della cessione. Stretto fra la ripulsa della compagna e la violenta insistenza dei trafficanti, il giovane non trova via migliore se non quella di tentare uno scippo ai danni della cassiera di un grande negozio. La cosa va male e l’ultima immagine mostra la copia, piangente e, forse, riconciliata nel parlatorio del carcere. I due registi proseguono sulla strada di un cinema realista, attento ai problemi sociali, in particolar modo a quelli giovanili. Questa volta la confezione è più classica delle precedenti, con meno invenzioni stilistiche – la macchina da presa costantemente addosso a Rosetta, ad esempio – e con qualche concessione alla spettacolarizzazione del racconto. Ne emerge un buon film, ma meno originale e commuovente degli altri da loro firmati. E’ come se un discorso vigoroso e importante cedesse, seppur di minima misura, alla maniera. In ogni caso un buon lavoro degno di grande attenzione.  

 
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