King Kong
Regia: Peter Jackson; soggetto: Merian C. Cooper, Edgar Wallace; sceneggiatura: Fran Walsh, Philippa Boyens, Peter Jackson; interpreti: Naomi Watts, Jack Black, Adrien Brody, Thomas Kretschmann, Colin Hanks, Andy Serkis, Evan Parke, Jamie Bell, Lobo Chan; produttori: Jan Blenkin, Philippa Boyens, Carolynne Cunningham, Peter Jackson, Fran Walsh; musica: James Newton, Howard Blake Neely; fotografia: Andrew Lesnie, Derek Whipple; montaggio: Jamie Selkirk; ricerca attori: Victoria Burrows, Daniel Hubbard, John Hubbard, Liz Mullane; scenografo: Grant Major; direzione artistica: Simon Bright, Dan Hennah; arredatore: Dan Hennah; costumi: Terry Ryan; società produttrici: Big Primate Pictures, Universal Pictures, WingNut Films; nazionalità: Nuova Zelanda - USA: anno di produzione: 2005; durata: 187 min. |
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Nel 1933 Merian C. Cooper e Edgar Wallace sceneggiarono un film destinato a trasformarsi in mito. Era King Kong che sarà diretto da Ernest B. Schoedsack e dallo stesso Merian C. Cooper. La sequenza finale, con il gorillone che abbatte gli aerei aggrappato alla cuspide dell’Empire State Building, è diventata una delle immagini indimenticabili dalla storia del cinema. Nel 1976 fu John Guillermin a firmare una nuova versione, il cui solo merito era la scoperta di una nuova, giovane attrice dal futuro più che promettente: Jessica Lange. Ci sono stati, poi, vari titoli vagamente riferiti alla grande scimmia, fra essi ricordiamo almeno un King Kong contro Gorilla (1962) del giapponese Ishirô Honda. Ci prova ora il neozelandese Peter Jackson, che ha coordinato una superproduzione hollywoodiana con pretese di notazioni sociologiche sul dramma della grande crisi del 1929 – il film è ambientato nel 1933 – e un diluvio di citazioni cinefile che vanno da Chaplin, al King Kong originale, al Jurassic Park (1993) di spielberghiana memoria e a note molto ingenerose alla genialità di Orson Welles. Il film racconta la storia di un immenso gorilla, ritrovato in un’isola in cui vivono ancora animali preistorici, che, trasportato a New York, crea disastri a non finire per difendere, oltre che alla sua libertà, la ragazza di cui si è innamorato. La nuova versione mette in risalto il tenero legame fra il bestione e ala ragazza, ma gioca quasi tutte le sue care su una cascata di effetti speciali che, a lungo insistiti, finiscono col perdere fascino e precipitare lo spettatore nella noia più abissale. |
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