In her shoes - Se fossi lei (In Her Shoes)
Regia: Curtis Hanson; sceneggiatura: Jennifer Weiner, Susannah Grant; interpreti: Cameron Diaz, Anson Mount, Toni Collette, Richard Burgi, Candice Azzara, Brooke Smith, John Mastrangelo Sr, Emilio Mignucci, Mark Feuerstein, Shirley MacLaine; produttori: Lisa Ellzey, Carol Fenelon, Curtis Hanson, Ridley Scott, Tony Scott, Jo Winkler, Mari-Jo Winkler; musica: Mark Isham; fotografia: Terry Stacey; montaggio: Lisa Zeno, Churgin Craig Kitson; ricerca attori: David Rubin; scenografo: Dan Davis; direzione artistica: Jesse Rosenthal, John Warnke, John Wildermuth Jr.; arredatore: Teresa Visinare; costumi: Sophie Carbonell; società produttrici: In Her Shoes c/o The Lot, Scott Free Productions, Deuce Three Productions, Fox 2000 Pictures; nazionalità: USA; anno di produzione: 2005; durata: 130 min: |
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Il cinema americano, e non solo quello, è pieno di coppie impossibili che, costrette a vivere a distanza ravvicinata, finiscono col stabilire solidi legami d’affetto. In In her shoes - Se fossi lei Curtis Hanson ha messo a confronto due sorelle che, fisicamente e caratterialmente, più diverse non potrebbero essere. Maggie è bella, bionda, disinibita, incasinata, non riesce a tenersi uno straccio di lavoro, passa da un letto all’altro, beve e sniffa. Rose è un’avvocatessa in carriera, ordinata, metodica, bruttina, bruna, tende alle relazioni solide, sgobba e vive in una casa che è un esempio d’ordine e razionalità. Una sola cosa le unisce: la passione, quasi feticista, per le scarpe. Rose ne ha un’intera collezione, che conserva amorevolmente, la sorella glie ruba e maltratta. Aggiungete che la bruna trova la bionda a letto con il suo uomo ed avrete il quadro quasi completo di un rapporto esplosivo. Le due si ritrovano, per una serie d’accadimenti, sotto lo stesso tetto, in Florida, ospiti della nonna, che vive in un condominio di lusso per anziani. Sarà la saggezza dell'anziana a riportare entrambe su una giusta via di mezzo: un po’ d’ordine e moderazione da una parte, un po’ di scapigliatezza dall’altra. Il film è piacevole in modo misurato, per nulla originale, prevedibile dalla prima all’ultima immagine, girato con l’usuale maestria professionale che distingue il cinema americano. In realtà è l’occasione, offerta su un piatto d’oro, per una formidabile prova d’attrici. Tutte e tre le protagoniste n’approfittano, anche se Cameron Diaz (Maggie) meno di Toni Collette (Rose). Per quanto riguarda Shirley MacLaine (la nonna), gioca in un altro campionato. |
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