Regia: Mike Leigh; sceneggiatura: Mike Leigh; interpreti: Imelda Staunton, Richard Graham, Eddie Marsan, Anna Keaveney, Alex Kelly, Daniel Mays, Philip Davis; produttori: Simon Channing-Williams, Gail Egan, Robert Jones, Georgina Lowe, Duncan Reid, Alain Sarde, musica: Andrew Dickson; fotografia: Dick Pope; montaggio: Jim Clark; ricerca attori: Nina Gold; scenografo; Eve Stewart; direzione artistica: Ed Walsh; arredatore: John Bush; costumi: Jacqueline Durran; socità produttrici: Film Council, Studio Canal, The Inside Track, Thin Man Films; nazionalità: Gran Bretagna / Francia / Nuova Zelanda; anno di produzione: 2004; durata: 125 min.
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In Vera Drake Mike Leight racconta la storia di un madre di famiglia che pratica aborti senza ricavarne alcun utile, ma solo per aiutare ragazze che “si sono messe nei guai”. E’ un bel ritratto dell’Inghilterra degli anni cinquanta fra miseria piccolo-borghese, disprezzo classista dei ricchi verso i poveri, esistenze condizionate dal perdurare del razionamento. E' un quadro destinato ad essere sconvolto dall'irrompere dell’ordine costituito, che considera crimine, fra i poveri, ciò che consente tranquillamente ai ricchi. E’ un buon film, anche se meno originale e forte degli altri firmati da un regista a cui dobbiamo almeno due titoli da antologia: Naked (1993) e Segreti e bugie (1996). L'impegno civile del regista in favore delle donne e delle classi povere è fuori discussione, così come emerge con forza il suo disprezzo verso una società classista rigidamente compartimentata, anche per ciò che riguarda i valori morali. Questa Gran Bretagna di mezzo secolo fa non è molto diversa da quella esaltata dalle filosofie thatcheriane d'epoca più recente. La regia usa un raccontare piano, semplice, classico nel senso migliore del termine per costruire un dramma sociale che non scivola mai nel melodramma.
