I lunedì al sole (Los lunes al sol)

Regia: Fernando León de Aranoa; sceneggiatura: Fernando León de Aranoa, Ignacio del Moral; interpreti: Javier Bardem; Luis Tosar; José Ángel Egido; Casado Nieve de Medina, Enrique Villén, Celso Bugallo, Joaquín Climent, Aida Folch, Serge Riaboukine, Laura Domínguez, Andrés Lima;produttori: Andrea Occhipinti, Elías Querejeta, Jaume Roures, Jérôme Vidal; musica originale:  Lucio Godoy; fotografia: Alfredo F. Mayo; montaggio: Nacho Ruiz Capillas; ricerca attori: Luis San Narciso; direttore artistico; Julio Esteban: costumi; Maiki Marín; società produttrici: Antena 3 Televisión, Elías Querejeta Producciones Cinematográficas S.L., Eyescreen S.r.l.,] Mediapro, Quo Vadis Cinéma, Televisión de Galicia S.A., Vía Digital; nazionalità: Spagna; anno di produzione: 2002; durata: 113 min.

URL: http://us.imdb.com/Title?0319769

Viene dalla Spagna uno dei più interessanti film sul mondo del lavoro visti in questi anni. I lunedì al sole) di Fernando Leon de Aranoa, che ha ottenuto il massimo riconoscimento del Festival di San Sebastian 2002, racconta di cinque ex operai di un cantiere navale chiuso per ragioni speculative, infatti il terreno su cui sorgeva vale assai più di quanto rendeva la fabbrica. Il quintetto si trova a tirar sera girovagando fra casa, bar, facendo piccoli lavori, inseguendo la speranza di un riscatto sociale. C’è quello che, con ironia e faccia tosta, si porta a letto ogni donna che incontra, guarda con lucidità a quanto accaduto e funziona da motore dell’intero gruppo. Altri hanno accettato il licenziamento prima dello scatenarsi delle lotte operaie e ora campano gestendo un piccolo bar o navigano verso il suicidio. C’e’ chi insegue con ostentazione una sistemazione professionale dignitosa e colleziona delusioni. C’e’ chi cova una rabbia corrosiva che arriverà sino a quasi distruggere il rapporto con la moglie. C’e’ il russo, ex candidato astronauta, mandato alla deriva dal crollo dell’Unione Sovietica Il film e’ in questo accadere di “quasi niente”, nell’attenta descrizione dei personaggi, gli eterni discorsi al bar, gli scherzi e i piccoli gesti di ribellione: non pagare il biglietto sul traghetto, rubacchiare al supermercato, rompere un lampione. Un quadro in cui si mescolano disperazione, dignità e orgoglio professionale. Lo stile occhieggia alla commedia italiana, tanto che viene da pensare ad una sorta d’Amici Miei in versione proletaria, ma ciò che emerge con forza e’ il dolore di cui grondano questi “scarti del capitalismo”, vittime di un sistema economico che trasforma in merce ogni cosa e sottomette l’uomo agli interessi della finanza. Potrà sembrare un punto di vista vetero - marxista, ma è anche l’omaggio ad una realtà ignorata e che, spesso, non ha diritto neppure al rispetto che si deve a morti e moribondi.

 
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