I giorni dell’abbandono
I giorni dell’abbandono di Roberto Faenza nasce da un romanzo d’Elena Ferrante. E’ questa una scrittrice misteriosa che rifiuta ogni mondanità. Pochissimi la conoscono di persona, non ha mai ritirato i premi che ha vinto, ha rilasciato una sola intervista, in forma scritta, a L’Unità, mentre il suo editore ha fatto circolare, sempre in forma scritta, alcuni suoi pensieri destinati al saggista Goffredo Fofi. Film e libro raccontano di una moglie abbandonata che non riesce a darsi pace sino a rasentare la follia. E’ il ritratto di una follia nata da una lacerazione sentimentale che sconvolge l’essenza e il ruolo sociale della protagonista. La regia affronta la storia con taglio ordinario, realista senza preoccuparsi di innovare a livello stilistico né narrativo. La prima parte ha un tono e un ritmo abbastanza scorrevoli, poi il film perde forza e si affida ad una noiosissima voce fuori campo, di taglio eccessivamente letterario, che racconta ciò che, nonostante la stupenda interpretazione di Margherita Buy, le immagini non riescono a dire. |
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