Hulk
Regia; Ang Lee; storia: Stan Lee, Jack Kirby; storia: James Schamus; sceneggiatura: John Turman, Michael France, James Schamus; interpreti: Eric Bana, Jennifer Connelly, Sam Elliott, Josh Lucas. Nick Nolte; produttori: Avi Arad, Kevin Feige, Larry J. Franco, Gale Anne Hurd, Stan Lee, James Schamus, Cheryl A. Tkach, David Womark; musica originnale: Kenneth Burgomaster, Mychael Danna, Danny Elfman, Dave Kushner, Duff McKagan, Trevor Morris, Slash, Matt Sorum, Scott Weiland,; fotografia; Frederick Elmes; montaggio: Tim Squyres; ricerca attori: Avy Kaufman, Frank Warren; scenografo: Rick Heinrichs; direzione artistica: John Dexter, Greg Papalia; arredatore: Cheryl Carasik; costumi: Marit Allen; effetti speciali: Industrial Light & Magic; nazionalità: USA; anno di produzione: 2003; durata: 138 min. |
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I fumetti continuano a fornire materiale agli sceneggiatori hollywoodiani che sembrano avervi scoperto una fonte inesauribile di soggetti. E’ ora la volta de L'incredibile Hulk, un fumetto nato nel 1962 dall’inventiva di Jack Kirby e Stan Lee, uscito in soli sei numeri. Questo personaggio, commercialmente fallimentare, fu riesumato, prima, con alcuni disegni animati per la tv, poi, nel 1977 per una serie che ebbe un grande successo e della quale furono prodotti oltre 80 episodi cui seguirono vari telefilm, tutti con protagonista Lou Ferrigno. Le vicende di questo forzuto omino verde sono chiaramente legate, almeno nella versione originale al romanzo di Robert Luis Stevenson Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde. Ang Lee porta sullo schermo, ancora una volta questo personaggio partendo da un’ottica originale, quantomeno nei confronti di chi lo ha preceduto. Il suo Hulk è un ragazzo del tutto normale che, avendo nel sangue particolari elementi trasmessigli da suo padre ed essendosi sottoposto ad un bombardamento di raggi gamma, diventa fortissimo quando si arrabbia. Tuttavia, non perde mai il senso della misura umana e simboleggia la furia dei diversi continuamente perseguitati ed emarginati. In altre parole il regista ritorna al tema della tolleranza che formava la spina dorsale de Il pranzo di nozze (Hsi yen, 1993) unendola alla raffinatezza di cui ha dato prova con Ragione e sentimento (Sense and Sensibility, 1995). Né manca, nelle sequenze d’azione, quel ritmo da belletto che fa la forza di La tigre e il dragone (Wo hu cang long, 2000). In poche parole è la dimostrazione come anche un film miliardario e supercommerciale può essere tale senza portare obbligatoriamente il cervello all’ammasso. |
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