Hollywood Ending

Regia: Woody Allen; sceneggiatura: Woody Allen; interpreti: Téa Leoni, Bob Dorian, Ivan Martin, Gregg Edelman, George Hamilton, Treat Williams, Woody Allen, Debra Messing, Neal Huff, Mark Rydell, Douglas McGrath, Stephanie Roth, Bill Gerber, Roxanne Perry; produttori: Letty Aronson, Charles H. Joffe, Helen Robin, Jack Rollins, Stephen Tenenbaum; fotografia: Wedigo von Schultzendorff; montaggio: Alisa Lepselter; ricerca attori: Laura Rosenthal, Juliet Taylor; scenografia: Santo Loquasto; direzione artistica: Tom Warren; preparazione set: Regina Graves; costumi: Melissa Toth; trucco: Francesca Buccellato; società di produzione: DreamWorks SKG, Gravier Productions, Perdido Productions; nazionalità: USA; anno di produzione: 2002; durata: 114 min.

URL: http://us.imdb.com/Title?0278823
URL: http://www.dreamworks.com/hollywoodending/
TRAILER

Hollywood Ending, ultima fatica di Woody Allen, è stato accolto male dal pubblico e dalla critica americani, cosa che fa parte di una lunga tradizione d’incomprensioni fra il regista e il mondo del cinema del suo paese. Questo “Finale hollywoodiano” racconta una bella storia, ma rimane molto al disotto dei migliori lavori di questo autore. Un cineasta famoso, che ha vinto due Oscar, ma ha un pessimo carattere ed é afflitto da un’ossessiva mania di perfezionismo, ottiene un’insperata “seconda occasione”. Gliela offre l’ex – moglie che convince il suo attuale compagno, un facoltoso produttore, ad affidare al quasi reietto un costoso film, da girarsi a New York. Pochi giorni prima dell’inizio delle riprese, il poveretto cade vittima di una crisi psicosomatica che lo rende momentaneamente cieco. Girerà tutto il film senza vedere niente, ricorrendo a vari espedienti per dissimulare la menomazione. Gli sarà complice l’ex – moglie che ritornerà con lui. Il finale è ironico, con la critica francese che osanna l’opera, risarcendo l’autore delle stroncature colte in patria. Mancano al film ritmo e verve; c’è qualche battuta e alcune situazioni memorabili, ma si naviga sul “professionalmente corretto”. E’ un po’ poco per il grande autore che abbiamo conosciuto in passato.

 

 

 

Valutazione: 1 2 3 4 5