Gatto nero, gatto bianco (Crna macka, beli macor)
Regia Emir Kusturica, sceneggiatura Emir Kusturica e Gordan Mihic, musica Vojislav Aralica, Nele Karajlic e Dejan Sparavalo, fotografia Thierry Arbogast, montaggio Svetolik Zajc, scenografia Mile Jeremic, cotumi Nebojsa Lipanovic, regista della seconda unità Zoran Andric, suono François Groult, con Bajram Severdzan, Srdjan Todorovic, Branka Katic, Florijan Ajdini, Ljubica Adzovic, Zabit Memedov, Sabri Sulejman, Jasar Destani, Stojan Sotirov, Predrag Lakovic, Miki Manojlovic, Salija Ibraimova, Zdena Hurtocakova, Adnan Bekir, Irfan Jagli, Akim Dirmaili, Seco Cerimi, Safre Dernaj, Nebojta Krstagic, Jelena Jovicic, Vesta Ristanovic, Natalija Bibic, Desanka Kostic, Minaza Alijevic, Javorka Asanovic, Nena Kostic, Rifat Sulejmani, Zeljko Stefanovic, Dejan Sparavalo, Braca Teofilovici, produtore Karl Baumgartner, produttore esecutivo Maksa Catovic, coproduttore Marina Girard, nazionalità Germania - Francia, 1998, 35 mm, 120 minuti. | |
Emir Kusturica ha alle spalle una carriera incredibile. Ha appena 44 anni e ha già diretto sette film. Tutti hanno ricevuto premi importanti ai festival di Cannes, Venezia, Berlino. Il suo penultimo lavoro "Underground" (1995), che ha vinto la Palma d'Oro a Cannes, è una delle riflessioni più intelligenti, sofferte e artisticamente compiute sulla tragedia dei Balcani. Questo suo nuovo film cambia completamente registro e recupera i toni umoristici già dominanti in "Te ricordi di Dolly Bell?" (1981), "Papà è in viaggio d'affari" (1985) e, soprattutto, "Tempo di gitani" (1989). La vicenda è quella di una coppia alla Giulietta e Romeo, sullo sfondo di una comunità gitana nella Iugoslavia dei nostri giorni. Una modernità che si esprime in affari loschi, rapine, uccisioni, efferate violenze. Il regista gioca con botte e morti apparenti alla maniera del grande cinema comico, divertendo e, nello stesso, tempo, lasciando in bocca un retrogusto amaro. Sullo schermo si scherza, ma nella realtà |
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Globale
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