Frailty

Regia: Bill Paxton; sceneggiatura: Brent Hanley; interpreti: Bill Paxton, Matthew McConaughey, Powers Boothe, Matthew O'Leary, Jeremy Sumpter, Luke Askew, Levi Kreis, Derk Cheetwood, Missy Crider, Alan Davidson, Cynthia Ettinger, Vincent Chase, March Gwen, Scott Ratliff, Rebecca Tilney, Blake King, Brad Berryhill, Greg Serano, Edgar L. Davis; produttori: David Blocker, Tom Huckabee, Eberhard Kayser, David Kirschner, Frederick Levy, Karen Loop, Mario Ohoven, Michael Ohoven, Tom Ortenberg, Michael Paseornek, James Sbardellati, Corey Sienega, musica originale: Brian Tyler; fotografia: Bill Butler; montaggio: Arnold Glassman; ricerca attori: Mary Gail Artz, Barbara Cohen; scenografia Nelson Coates; direzione artistica: Nelson Coates, Kevin Cozen; preparazione ste: Linda Lee Sutton; costumi:  April Ferry; trucco: Jane Galli; società di produzione: American Entertainment; nazionalità: USA; anno di produzione: 2001; durata: 99 min.

URL: http://us.imdb.com/Title?0264616
URL: http://www.frailtythefilm.com/
TRAILER

Il cinema americano qualche volta riesce a sorprenderci. Spesso succede con i piccoli film, quelli realizzati da cineasti indipendenti o agli esordi. E’ il caso di questo Frailty, opera prima dell’attore Bill Parton che v’interpreta anche uno dei ruoli principali. La storia, non nuovissima, è quella di un serial killer affetto da manie religiose che ammazza decine di persone, convinto si tratti d’altrettanti demoni. Sin qui siamo nella norma, ma ne usciamo subito almeno per due ragioni, le vittime sono tutt’altro che innocenti, anzi i delitti che l’omicida imputa loro li hanno veramente commessi. Il secondo motivo riguarda il finale che, con un paio di colpi di scena, lascia impunito il pericoloso assassino. Anzi, c’è più di un motivo per credere che continuerà indisturbato ad operare sotto le mentite spoglie di un poliziotto di provincia, benpensante e con moglie (complice) incinta. Il film è girato come in thriller vecchia maniera ed è strutturato quasi per intero sull’auto confessione dell’omicida ad un’agente dell’FBI che, si scoprirà alla fine, è tutt’altro che un santo. Il gioco di campi e controcampi, tipico dell’interrogatorio, è rotto armoniosamente con una lunga serie di flesch back che racconta la storia. Un piccolo film, ma tutt’altro che banale. Un quadro psicologico inquietante, da cui emerge un’immagine allucinante e allucinata dell’America profonda.

 
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