El abrazo partido (L'abbraccio perduto)

Regia: Daniel Burman; sceneggiatura: Marcelo Birmajer, Daniel Burman; interpreti: Adriana Aizemberg, Sergio Boris, Silvina Bosco, Jorge D'Elía, Daniel Hendler; produttori: Diego Dubcovsky, Sebastián Ponce; fotografia: Ramiro Civita; direzione artistica: Sebastián Goñi, Natalia Grosso, Maria Eugenia Sueiro; costumi: Roberta Pesci, Natalia Zubeldía; società produttrici: BD Cine, Classic Film Paradis Films, Wanda Visión S.A.; nazionalità: Argentina, Francia, Italia; anno di produzione: 2004; durata:99 min.
URL: http://www.imdb.com/title/tt0366137/
URL: http://www.ocean-films.com/lefilsdelias/
TRAILER

Una piccola comunità come microcellula in cui si rispecchia l’umanità. La trovata non è nuova, ma Daniel Barman, regista di El abrazo partido (L’abbraccio perduto), riesce a metter assieme una delicata storia di ricerca del padre è una bella metafora sulla diaspora ebraica. Lo scenario è quello di una galleria commerciale di Buenos Aires su cui si affacciano alcuni poveri negozi: un riparatore di radio, un bar, una venditrice di biancheria intima, un centro internet, un cartolaio, un trafficante di valuta, un grossista di paccottiglia, una bottega gestita da una coppia di coreani. Il fulcro è il figlio della commerciante di lingerie, nato pochi mesi dopo che il marito l’ha lasciata ed è emigrato in Israele. Il giovane cerca in ogni modo di diventare cittadino polacco per ripercorrere all’indietro i sentieri della diaspora e ritrovare quelle radici che gli mancano disperatamente. L’improvviso ritorno del genitore metterà in crisi questo progetto costringendolo a guardare in faccia la realtà e accettare ciò che realmente è. La vicenda psicologica diventa, così, una delle facce dell’olocausto e questo s’inserisce indelebilmente nell’essere dei personaggi. La regia racconta con mano precisa e ferma, quasi non si sente, ma guida con precisione stile e storia. Un bel film che arriva da una cinematografie fra le più interessanti del momento. Da ricordare che Daniel Hendler, il personaggio principale del film, ha vinto l’Orso d’Argento per la migliore interpretazione maschile all’ultimo festival di Berlino. Questo è il quinto film di Daniel Barman, fra le sue opere precedenti ci sono almeno tre titoli di valore: Todas las azafatas van al cielo (Tutte le hostess vanno in cielo, 2002), Esperando al mesías (Attendendo il Messia, 2000) e Un crisantemo estalla en cinco esquinas (Un crisantemo esplode in cinque angoli, 1998).

 
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