Dogville

Regia: Lars von Trier; sceneggiatura: Lars von Trier; interpreti: Nicole Kidman, Harriet Andersson, Lauren Bacall, Jean-Marc Barr, Paul Bettany, Blair Brown, James Caan, Patricia Clarkson, Jeremy Davies, Ben Gazzara, Philip Baker Hall, Thom Hoffman, Siobhan Fallon, John Hurt (voce); produttori: Gillian Berrie, Bettina Brokemper, Lene Børglum, Jonas Frederiksen, Peter Garde, Anja Grafers, Peter Aalbæk Jensen, Lars Jönsson, Liisa Penttilä, Marianne Slot, Els Vandevorst, Vibeke Windeløv; musica non originale: Antonio Vivaldi (Cum dederit da Nisi dominus); fotografia: Anthony Dod Mantle; montaggio: Molly Marlene Stensgård; ricerca attori: Avy Kaufman, Joyce Nettles; scenografo: Peter Grant; arredatore: Simone Grau; costumi: Manon Rasmussen; società di produzione: 4 1/2 Alan Young Pictures, Canal+, Det Danske Filminstitut, Edith Film Oy, Film i Väst, Hachette Première, Isabella Films B.V., J&M Entertainment KC Medien AG, Kushner-Locke Company, Kuzui Enterprises, Liberator Productions MDP Worldwide, Memfis Film & Television, Pain Unlimited GmbH Filmproduktion, Q&Q Medien GmbH, Sigma Films Ltd., Slot Machine Something Else B.V., Summit Entertainment Sveriges Television (SVT), Trollhättan Film AB, Trust Film Svenska, What Else? B.V., Zentropa Entertainments , Zoma Ltd.; nazionalità: Danimarca/ Svezia / Francia / Norvegia / Olanda / Finlandia / Germania / Italia / Giappone / USA / Gran Bretagna; anno di produzione: 2003; durata: 177 min.

URL: http://www.imdb.com/title/tt0276919/
URL: http://www.dogville.dk/
TRAILER

In Dogville (Cittadicani) del danese Lars Von Trier lo scenario è quello di uno studio vuoto, con qualche arredo e disegnata per terra la mappa di una piccola cittadina americana collocata su una strada che finisce in quel punto. Siamo vagamente negli anni venti, ma può essere una qualsiasi altra epoca. Arriva una donna in fuga inseguita da un nugolo di gangster. L’intellettuale locale, un giovane con ambizioni di scrittore, convince i compaesani ad ospitarla sottraendola ai suoi inseguitori. Lentamente la donna diventa, per compiacere gli ospiti, la serva dei tutti. Cerca di fuggire, ma la riprendono e la riducono in schiavitù. Poiché le umiliazioni che le sono inflitte non bastano la riconsegnano a quelli che l’inseguivano. Colpo di scena: i banditi sono capeggiati da suo padre che la riaccoglie e in famiglia e la mette a capo della banda. Come primo atto la donna decide di sterminare tutti gli abitanti del paese e incendiarlo. Nel finale scorre sullo schermo una lunga serie di foto di diseredati americani. Il film ha acceso molte discussioni, sia per lo stile sicuramente teatrale e brechtiano (è diviso in nove capitoli e un prologo preceduti dall’annuncio di ciò che avverrà), sia per la forte parentela con il testo teatrale La nostra città (1938) di Thornton Wilder. Il regista offre un testo che può essere letto come una riedizione della passione di Cristo, una dura accusa agli Stati Uniti per il modo in cui accolgono gli stranieri o una denuncia della violenza su cui si regge quella società. E’ un’opera intrigante che, passati i primi momenti di sconcerto, si segue senza imbarazzo lungo le tre ore su cui è distesa la versione originale, versione che nel nostro paese è distribuita ridotta di ben quaranta minuti.

 
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