Confessioni di una mente pericolosa (Confessions of a Dangerous Mind)

Regia: George Clooney; soggetto dal libro omonimo di Chuck Barris; sceneggiatura: Charlie Kaufman; interpreti: Sam Rockwell, George Clooney, Jennifer Rae Westley, Drew Barrymore, Julia Roberts, Rutger Hauer, Maggie Gyllenhaal, Julian Hirsh, Jerry Weintraub, Frank Fontaine, Rachelle Lefevre; produttori:  Amy Minda Cohen, Stephen Evans, Jonathan Gordon, Gym Hinderer, Andrew Lazar, Rand Ravich, Far Shariat, Steven Soderbergh, Jeffrey Sudzin, Bob Weinstein, Harvey Weinstein, musica originale:  Alex Wurman; fotografia: Newton Thomas Sigel; montaggio: Stephen Mirrione; selezione attori: Ellen Chenoweth; scenografo: James D. Bissell; direttore artistico:  Isabelle Guay, Nicolas Lepage, Jean-Pierre Paquet; arredatore: Louis Dandonneau, Anne Galéa; costumi: Renée April; trucco: Steve E. Anderson; società produttrici: Allied Filmmakers Kushner-Locke Company, Mad Chance, Miramax Films, NPV Entertainment Section Eight Ltd., Village Roadshow Productions; nazionalità: USA / Canada / Germania; anno di produzione: 2002; durata: 113 min.

URL: http://us.imdb.com/Title?0290538
URL: http://vgn.ifilm.com/confessions
TRAILER

 George Clooney esordisce alla regia adattando un libro che ha fatto scalpore. Si tratta di Confessioni di una mente pericolosa, autobiografia di Chuck Barris, ideatore di programmi televisivi di successo come Il gioco delle coppie, che vi ha confessato di essere stato, a tempo perso, un killer per conto della CIA. Ci sono seri dubbi che la cosa vada oltre la balla colossale inventata per guadagnare un po’ d’attenzione in una fase calante della carriera del personaggio. Partendo da quest’improbabilità, George Clooney ha costruito un‘opera centrata sulla falsità della televisione, come dire del mondo. La struttura narrativa alterna brani semidocumentari a sequenze di pura fiction, siparietti comici a note drammatiche. Il regista non pretende di farci credere alla storia che racconta, ma la assume come metafora di un mondo in cui l’apparire è più importante dell’essere, la rappresentazione fa premio sulla menzogna, il presente domina incontrastato avendo annullato il passato e il futuro. E’ un mondo senza memoria e senza avvenire dove è possibile far ridere di giorno e ammazzare di notte. Il film è un lucido e impietoso atto d’accusa verso una società che ha trasformato tutto in merce, misura l’arte con il metro dell’audience, annulla l’informazione in una valanga di notizie in cui è impossibile distingue il vero dal falso. Gorge Clooney, qui al suo esordio dietro la macchina da presa, mostra d’essere cineasta dotato, sensibile e intelligente. Forse nel nostro futuro ciò un attore di successo in meno e un bravo regista in più.

 
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