C'era un cinese in coma

Regia Carlo Verdone, soggetto e sceneggiatura Carlo Verdone, Giovanni Veronesi, Pasquale Plastino, fotografia Danilo Desideri, montaggio Antonio Siciliano, musica Fabio Liberatori, produzione Cecchi Gori Group e Fin. Ma. Vi., interpreti Carlo Verdone, Beppe Fiorello, Marit Nissen, Anna Safroncik, Nanni Tamma, Annalisa Cucchiara, Giorgio Bongianni, Rosaura Marchi, Roberta Mancino, Romano Sommadossi, nazionalitą Italia, 35 millimetri, 108 minuti, 2000. 

URL: http://www.cecchigori.com/servlet/cgNavig/cecchigori?cmd=cinemaNovita

Non č la prima volta che Carlo Verdone ricorre a situazioni cinematograficamente gią note per un nuovo film. Lo aveva fatto in "Compagni di scuola" (1988), che citata apertamente "Il grande freddo" (1983) di Laurence Kasdan, lo aveva ripetuto con "Sono pazzo di Iris Blond" (1996), in cui risuonavano eco di "E' nata una stella" (1937) di William A. Wellman e del remake di questo film, curato nel 1954 da George Cukor. Capita ora con "C'era un cinese in coma", in cui ritorna il discorso sul Pigmalione tradito dall'attore che ha scoperto e che, immancabilmente, abbandona colui che lo aveva portato alla celebritą. Qui il conflitto č fra due uomini e si arricchisce del tema dell'amicizia negata. Un impresario d'attori scalcinati, riferimento a "Broadway Danny Rose" (1984) di Woody Allen, fa esordire il suo autista. E' un successo inaspettato e la fama immediata. Lentamente il giovanotto schiavizza il mentore, sino a ridurlo a servo, irriderlo in pubblico e sedurgli la figlia. Questi, con un gesto di rivolta, recupera dignitą e lo costringe a ritornare, almeno per un momento, nei panni del vile che era e, in fondo, č rimasto. Carlo Verdone gira bene, monta con ritmo e senza troppe lungaggini, inserisce una vena melanconica di tutto rispetto in un tessuto che non lesina i momenti comici. Il film č fra i migliori di questo regista e s'inserisce a pieno titolo nella tradizione alta della commedia italiana.

 

 

 

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